Alla Leopolda Renzi si scaglia contro Von der Leyen: “Non deve essere rieletta”

Sul fronte delle europee, Renzi sottolinea che Italia Viva è d’accordo con la lista unitaria: "Se c’è una richiesta da parte degli altri di fare un passo indietro da parte dei parlamentari in carica io ci sto"

Redazione
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Parole dure quelle espresse dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi in occasione della Leopolda a Firenze. Le sue dichiarazioni contro la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “Non deve essere rieletta“.

Renzi alla Leopolda

Nel suo intervento conclusivo al convegno politico ufficiale di Italia Viva, Matteo Renzi afferma: “Chiederò di non votarla, ma di votare una leader e non una follower delle ideologie. E’ “necessario distruggere più che costruire”, per combattere “pusillanimità e rancore”. C’è una responsabilità anche in Italia nella scelta di von der Leyen. È la candidata che ha voluto Forza Italia e Antonio Tajani“.

Nel suo discorso Renzi si scaglia contro quest’ultimi:Hanno snaturato la visione europeista che in Berlusconi c’era e che oggi è diventata una visione da grigi burocratici quale è Antonio Tajani, e quale è Ursula von der Leyen“.

Renzi sull’europee

Sul fronte delle europee, Renzi sottolinea che Italia Viva è d’accordo con la lista unitaria: “Se c’è una richiesta da parte degli altri di fare un passo indietro da parte dei parlamentari in carica io ci sto, ma sia chiaro che noi da oggi siamo in partita per un risultato che serve non al nostro ego, ma all’Italia, all’Europa e al futuro dell’Europa. Se ci state noi ci siamo, altrimenti faremo da soli. Se qualcuno non se la sente se ne vada“.

Il leader di Italia Viva non rinuncia a parlare della Meloni: “Non so fino a quando Giorgia Meloni sarà presidente del Consiglio, Matteo Salvini ci ha abituato a grandi emozioni. Il dato oggettivo è che dopo 18 mesi questo paese è più arrabbiato perché chi lo governa educa alla rabbia, all’intolleranza, al vittimismo. Quando ci sono parlamentari che viaggiano con le pistole la presidente del Consiglio ha il dovere di dire qualcosa. Le istituzioni vengono prima di Meloni o dei cognati d’Italia“.

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