Roccella: “Escludere le donne ebree dalle manifestazioni è patriarcato”

La ministra per la Natalità e le Pari opportunità ha definito la decisione dell'associazione "Non una di meno" di escludere le donne ebree dal corteo dell'8 marzo, una forma di "patriarcato", per poi lanciare un appello a favore della Palestina: "Dobbiamo liberare le donne palestinesi dal patriarcato di Hamas"

Redazione
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La ministra per la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha continuato a parlare della manifestazione organizzata l’8 marzo dall’associazione Non una di meno, in occasione della Festa della donna, in cui le militanti transfemministe hanno reclamato “l’immediato cessate il fuoco su Gaza per fermare il genocidio, la fine dell’apartheid e dell’occupazione coloniale in Palestina“, in aperto supporto al popolo palestinese.

Un corteo che è stato duramente criticato da Noemi Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche, che lo ha accusato di aver “dimenticato le donne stuprate, uccise, deturpate il 7 ottobre“. Il riferimento è alle donne che, il giorno della prima offensiva di Hamas contro il popolo di Israele, hanno subito in prima persona la violenza degli uomini. “Negare ciò che è accaduto alle donne israeliane il 7 marzo è antisemitismo. Non tutte le associazione sono dalla parte di Non una di meno e non tutte dimenticano la sorellanza” ha aggiunto poi Segni.

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Noemi Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche

Si è inserita nella questione la ministra Roccella, che ai microfoni di SkyTg24 ha dichiarato: “Ci sono state manifestazioni di donne in cui sono state escluse le donne ebree, questo è patriarcato“. Una frase dura, che la ministra successivamente tenta di approfondire.

Le parole della ministra Eugenia Roccella

In un’intervista a SkyTg24, in occasione della passata Giornata delle donne, la ministra per la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha affrontato alcuni dei temi fondanti che la questione di genere porta all’ordine del giorno, quotidianamente. Dalla legge sull’aborto in Francia, passando per gli obiettori e le difficoltà che le donne incontrano per accedere alle interruzioni di gravidanza, fino alle donne prive dei diritti fondamentali in alcuni Paesi del mondo.

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Eugenia Roccella (Identità e Azione)

Dopo aver chiarito anche le questioni riguardanti la parità di genere, da quella salariale e lavorativa a quella delle mansioni casalinghe, la ministra Roccella si è soffermata sul corteo transfemminista, organizzato dall’associazione Non una di meno.

Non si può non parlare delle ebree stuprate, violentate, uccise in massa nell’attacco terrorista di Hamas del 7 ottobre” ha dichiarato la ministra per la Natalità e le Pari Opportunità, per poi spostare la sua attenzione sulla leader del Pd: “La Schlein parla del patriarcato e accusa la destra di sguazzare addirittura nel patriarcato, io penso che escludere le donne ebree anche semplicemente dal riconoscimento della violenza pazzesca e feroce che hanno subito il 7 ottobre e non parlarne, è patriarcato“.

Roccella: “Dobbiamo aiutare le donne palestinesi a liberarsi dal patriarcato di Hamas

La ministra Eugenia Roccella ha poi parlato del compito che le donne, unite in una sorellanza, devono assumersi per aiutare chi è ancora in difficoltà. “Dobbiamo aiutare le donne palestinesi a liberarsi dal patriarcato, veramente feroce, di Hamas. Non solo sono velate ma sono costrette a fare figli, non hanno nessuna libertà” ha dichiarato la ministra, per poi aggiungere criticamente: “Se noi non riusciamo ad avere quel minimo di sorellanza per cui tutte le donne vittime di violenza non possono che essere riconosciute come vittime di violenza, è proprio l’Abc, non dico del femminismo ma della lotta al patriarcato, se non facciamo questo di quale lotta al patriarcato stiamo parlando? La lotta al patriarcato va benissimo difendendo le palestinesi e non le ebree? Dopo quello che è successo il 7 ottobre?“.

La ministra ha poi voluto concludere il suo discorso definendo “femminicidio di massa” ciò che è accaduto in Israele lo scorso 7 ottobre, per poi fare riferimento alle ultime decisione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: “Sono contenta che almeno adesso anche la rappresentante dell’Onu per gli stupri di guerra Pramila Patten abbia riconosciuto finalmente, dopo alcuni mesi, che è stato così“.

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