Meloni, i timori in vista del G7: “Ci giochiamo la credibilità all’estero”

La premier Meloni si è detta preoccupata a causa delle conseguenze degli scontri avvenuti a Pisa tra studenti e forze dell'ordine. Il G7 e le elezioni europee si avvicinano sempre di più e Meloni deve scegliere se sostenere le richieste dei sindacati o improntarsi su una posizione meno dura

Redazione
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Giorgia Meloni ha presenziato all’incontro svoltosi a Palazzo Chigi con i sindacati delle forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, allo scopo di trattare dei rinnovi contrattuali di queste categorie. Un tavolo, a cui erano seduti anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il vicepremier Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario Alfredo Mantovano, in cui i temi all’ordine del giorno sono stati adombrati dalle criticità nate a seguito degli scontri di Pisa, in cui alcuni studenti si sono scontrati con le squadre della Celere presenti per garantire l’ordine e la sicurezza.

Il premier Meloni ha espresso sin da subito la vicinanza agli agenti coinvolti, criticati per le azioni violente praticate durante le “cariche di alleggerimento”. Oggi il Presidente del Consiglio si trova però davanti ad un bivio: da un lato la necessità di dimostrare comprensione nei confronti delle forze dell’ordine, dall’altro il bisogno di non scaldare ancora di più gli animi dei manifestanti e di chi ritiene che il comportamento degli agenti sia stato eccessivo.

Inoltre, il pericolo di trasformare ancora di più la questione in un baluardo politico si fa sempre più probabile. A luglio è previsto l’incontro del G7 in Puglia e Meloni teme per la “credibilità internazionale del Paese“. Nel contempo, però, una repressione troppo dura, sulla linea delle richieste dei sindacati, potrebbe assecondare l’immagine di una destra troppo autoritaria, non favorevole all’esercizio dei diritti costituzionali.

Meloni: “C’è un clima che non mi piace e che mi preoccupa

Giorgia Meloni ha ascoltato le richieste dei sindacati delle forze dell’ordine. Si è parlato di Daspo nelle piazze per chi non rispetta l’ordine pubblico durante le manifestazioni, di arresto in flagranza differita per chi viene identificato tramite telecamere di videosorveglianza, di sanzioni economiche ingenti per chi manifesta senza autorizzazione e di bodycam per gli agenti. Tutte iniziative di cui Giorgia Meloni ha preso atto e su cui ha dichiarato che “rifletterà“.

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Giorgia Meloni durante l’incontro con i sindacati delle forze dell’ordine

Nessuna presa di posizione, nessuna rassicurazione convinta ma tanta cautela. Il governo meloni non può permettersi di sbagliare, perché la posta in gioco è troppo alta. Dopo la sconfitta in Sardegna, il centrodestra ha serrato le fila per evitare che un colpo del genere li ferisca ancora una volta. Le elezioni europee rimangono ancora un argomento centrale nell’agenda del governo e la presidenza del G7 per Meloni non deve affrontare più difficoltà di quelle che già la affliggono.

C’è un clima che non mi piace e mi preoccupa. Siamo in un anno particolare, abbiamo la presidenza del G7 che investe la nostra credibilità sul piano internazionale e vedo toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra Nazione” ha dichiarato il premier durante la riunione, facendo riferimento agli anni di piombo, che teme possano tornare più forti di prima. Poi personalizza la questione, distogliendo l’attenzione dalle manifestazioni pro-Palestina e incentrandola tutta sul proprio operato. I cortei diventano violenti perchéc’è la necessità di attaccare me e questo governo“.

Secondo le stime del ministero dell’Interno, però, confrontando il bimestre del 2023 con lo stesso periodo del 2024, si nota che le manifestazioni nelle piazze italiane sono aumentate del 40%, in risposta al conflitto tra Israele e Hamas. Inoltre, rispetto al 2023 le criticità registrate nelle manifestazioni sono diminuite considerevolmente.

Meloni critica i “cattivi maestri” delle nuove generazioni

Secondo il premier Meloni, il clima preoccupante” che si sta sviluppando nel nostro Paese è figlio degli insegnamenti di alcuni “cattivi maestriche si sono presi il compito di insegnare alle nuove generazioni che esistono “regole che possono essere infrante“. Giorgia Meloni non è d’accordo e teme che questi insegnamenti possano avvicinare ancora di più l’Italia contemporanea a quella degli anni ’70.

Il premier ha poi voluto ricordare che il suo governo non ha mai cercato di limitare le manifestazioni pro-Palestina, come effettivamente dimostrano i dati del Ministero dell’Interno, ma che allo stesso tempo le manifestazioni e le proteste devono mantenere un certo decoro e soprattutto devono rimanere pacifichenel dovere di rispettare le regole e con la necessaria tutela degli obiettivi sensibili che sono presi di mira dai manifestanti”.

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