Francia, decisione storica: il diritto all’aborto è nella costituzione

Mentre negli Stati Uniti il diritto all'aborto ha recentemente subito una regressione a seguito del ribaltamento della sentenza Roe vs Wade, la Francia decide di fare un grande passo avanti, inserendo il diritto all'aborto nella propria costituzione

4 Min di lettura

La Francia si attesta a pioniera dei diritti civili, diventando il primo Paese al mondo ad inserire esplicitamente il diritto all’aborto nella sua Costituzione. La modifica della carta fondamentale è stata approvata con una schiacciante maggioranza dei membri del parlamento, eccezionalmente riuniti in congresso a Versailles, alle porte di Parigi.

Il presidente Emmanuel Macron ha descritto il momento come un’espressione di “Fierezza francese, messaggio universale“, celebrando l’evento storico come un passo avanti nei diritti delle donne. Macron ha invitato i cittadini a unirsi alla celebrazione pubblica prevista per l’8 marzo, la Festa Internazionale dei Diritti della Donna, presso Place Vendôme a Parigi, per sigillare insieme l’ingresso di questa nuova libertà garantita nella Costituzione.

Una decisione delicata ma ampiamente sostenuta

Sul totale di 925 parlamentari aventi diritto, 852 si sono espressi a favore della revisione costituzionale, con 780 voti favorevoli e solo 72 contrari. La maggioranza richiesta per modificare la Costituzione, pari ai tre quinti del Parlamento, è stata ampiamente superata.

Il diritto all’aborto, secondo il premier Gabriel Attal, è sempre stato “in pericolo“, soggetto a decisioni altrui, e questa modifica costituzionale riscatterebbe un debito morale verso tutte le donne che hanno sofferto a causa di questo diritto incerto. Con questa modifica, la Francia si proclama fedele alla sua eredità di Paese difensore dei diritti umani.

Gabriel Attal
Gabriel Attal, Premier francese

La votazione bipartisan ha visto un ampio consenso, dall’estrema sinistra all’estrema destra politica, introducendo nella Costituzione l’affermazione che “La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso ad un’interruzione volontaria della gravidanza“. La decisione è stata anticipata da Macron un anno prima, nel marzo 2023.

Le polemiche del Vaticano: no all’aborto

Tuttavia, le critiche non sono mancate, con il Vaticano e la Conferenza Episcopale di Francia tra i detrattori principali. La Pontificia Accademia per la Vita ha sottolineato l’incompatibilità di un “diritto” a sopprimere una vita umana nell’era dei diritti umani universali. I vescovi francesi hanno lanciato un appello al digiuno e alla preghiera, esprimendo preoccupazione per l’aumento del numero di aborti nel Paese.

Nel pomeriggio, diversi manifestanti anti-abortisti si sono riuniti nei pressi della reggia di Versailles, contestando la riforma e affermando la volontà di “proteggere la vita“. Sebbene i sondaggi indichino che l’80% dei francesi appoggi la riforma, alcuni manifestanti temono che i medici possano perdere il diritto di coscienza nell’esercizio della professione.

L’intervento dell’Accademia si allinea con la posizione espressa precedentemente dalla Conferenza Episcopale Francese (CEF), la quale ha affermato che l’aborto “rimane un attentato alla vita fin dall’inizio” e che non può essere esclusivamente considerato dalla prospettiva dei diritti delle donne. La CEF ha anche espresso rammarico per il fatto che nel dibattito pubblico non siano state menzionate misure di sostegno per coloro che desiderano tenere il proprio figlio.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo