Una giovane campionessa di scherma, di appena 17 anni, membro della squadra nazionale dell’Uzbekistan, ha denunciato di essere stata vittima di uno stupro avvenuto lo scorso agosto. La presunta aggressione sarebbe stata messa in atto da parte di tre atleti della Federazione Italiana Scherma durante un ritiro avvenuto a Chianciano Terme, in provincia di Siena. La Procura di Siena ha prontamente avviato un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati due dei tre atleti coinvolti, escludendo il terzo che, all’epoca dei fatti era ancora minorenne.
La versione della vittima e la risposta degli indagati
Secondo quanto riportato dal Messaggero, l’episodio si sarebbe verificato tra il 4 e il 5 agosto dell’anno scorso, quando la vittima avrebbe trascorso la serata in compagnia dei tre ragazzi, consumando alcune bevande alcoliche, per poi risvegliarsi il mattino seguente con segni evidenti di violenza e dolore. La giovane avrebbe immediatamente chiesto aiuto alla madre, che si è precipitata da Roma per soccorrerla e accompagnarla in ospedale, dove è stata somministrata la pillola del giorno dopo prima di procedere con la denuncia.
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I ragazzi hanno negato con fermezza le accuse attraverso il loro avvocato, sostenendo di essere del tutto estranei agli eventi e di non aver mai commesso alcun atto violento. L’avvocato degli indagati, Enrico De Martino, ha dichiarato che i suoi assistiti si dichiarano innocenti e chiede rispetto per una vicenda che definisce “delicata e dolorosa per tutti“, sottolineando l’importanza di attendere la fine delle indagini prima di dare già per scontato che i ragazzi siano colpevoli.
Le parole del presidente della Federscherma
Il caso ha anche suscitato una discussione più ampia sulla cultura dello sport e sulla responsabilità delle federazioni nel garantire che gli atleti siano protetti da qualsiasi forma di violenza o abuso. Il presidente di Federscherma, Paolo Azzi, ha comunicato che la Federazione ha collaborato attivamente con le autorità investigative, nel rispetto del segreto istruttorio. Ha espresso la fiducia nell’operato della magistratura ribadendo l’impegno della federazione nel promuovere e difendere i valori etici e morali dello sport.
Il sindaco di Chianciano Terme, Andrea Marchetti, ha condannato con fermezza il presunto crimine, definendolo “denigrante” e responsabile di causare profonde ferite morali e fisiche alla vittima, ma anche di colpire l’intera comunità. Ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel procedimento legale, dimostrando così un chiaro sostegno alla ricerca di giustizia per la giovane e la sua famiglia.
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