“Creuza de ma” compie 40 anni. Il celebre album di Fabrizio De André, realizzato insieme a Mauro Pagani, fu pubblicato esattamente il 2 marzo 1984 raggiungendo sin da subito un clamoroso successo per la capacità dei suoi compositori di immergersi nella cultura popolare genovese con un brano interamente in dialetto e l’uso di strumenti atipici.
“Creuza de ma” è ancora oggi, secondo quanto riportato dalla rivista Rolling Stone Italia, ai primi posti della classifica dei “100 dischi italiani più belli di sempre”.
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“Creuza de ma”: il salto di carriera di Fabrizio De André
Per un cantautore come De André, ispiratosi da sempre alla scuola francese e sviluppatosi poi su modelli americani, “Creuza de ma” fu decisamente un salto nel vuoto. Un viaggio di rinascita e crescita musicale che aprì un “nuovo capitolo della sua carriera”.
A contribuire al successo dell’album fu sicuramente la scelta di cantare tutti i brani in genovese, una lingua a lui vicina e ricca delle influenze dovute al ruolo primario del porto di Genova negli scambi mercantili. Una scelta azzardata per quegli anni, ma che si rivelò in questo caso vincente. Di estrema importanza anche i temi intorno ai quali ruota il disco, il mare e il viaggio, i quali si ritrovano nell’omonimo brano che dà il nome all’album e in “Da a me riva”. Ma anche le passioni di “Jamin-a e la sofferenza di “Sidùn”.
Il tutto arricchito dall’accompagnamento strumentale: oud, saz, bouzouki, mandola e mandolino.
“Creuza de ma” rappresentò per Fabrizio de André non solo un punto di svolta, ma soprattutto l’inizio di una ricerca musicale sempre più ricca e profonda che verrà riscoperta nei suoi lavori successivi.
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