Piantedosi rassicura: “Se i manifestanti sono pacifici, non ci saranno incidenti”

Clima teso in vista delle manifestazioni di sabato a Pisa e a Firenze

Redazione
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Il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi assicura che il rischio di incidenti e scontri è praticamente nullo, a condizione che i manifestanti mantengano comportamenti rispettosi e non violenti, osservando le regole stabilite. Questa è una constatazione che, nonostante sembri scontata, rischia di perdere di evidenza nell’attuale clima seguito agli scontri ai cortei della settimana scorsa.

In questo contesto di incertezza, l’attuazione delle regole da parte delle autorità non è ancora avvenuta per l’annunciato corteo a Pisa, con gli organizzatori che non hanno ancora risposto alle richieste della Questura. Alcuni chiedono le dimissioni del questore dopo gli scontri del 23 febbraio con gli studenti, il che rende difficile immaginare una collaborazione positiva con le autorità.

Matteo Piantedosi alla Camera
Il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi durate l’informativa alla Camera

A Pisa e Firenze raduno contro bombe e manganelli

La giornata di domani si prospetta come un’altra sfida per il mantenimento dell’ordine pubblico. A Pisa, si è convocato un incontro contro bombe e manganelli, simboli di violenza sia in Palestina che in Italia, mettendo direttamente in discussione il ruolo del governo attuale. Le forze dell’ordine saranno sul piede di guerra per prevenire qualsiasi tipo di escalation e se i manifestanti non concorderanno su un percorso sicuro, come accaduto venerdì scorso, le autorità dovranno prendere decisioni immediate, con tutte le incognite del caso.

Anche altrove, come a Firenze, sono previsti raduni, e si stanno cercando alternative per evitare situazioni potenzialmente pericolose; le forze dell’ordine in tutta Italia cercheranno di gestire i percorsi dei cortei, proteggendo obiettivi sensibili e preservando la sicurezza pubblica.

Corteo pro Palestina
Corteo pro Palestina

La politica si scatena su responsabile repressione

Queste decisioni, pur tecniche, assumono una valenza politica evidente, soprattutto dopo gli incidenti di Pisa e Firenze che hanno diviso l’opinione pubblica. Anche se tutti sembrano concordare sul fallimento rappresentato dagli scontri, la politica si scatena su chi sia responsabile della repressione o degli attacchi alle forze dell’ordine.

Il governo, con le sue dichiarazioni, cerca di minimizzare le responsabilità, ma la sostituzione dei vertici della sicurezza in alcune città mostra una volontà di gestire la situazione senza scaricare la polizia. Si aspettano i risultati dell’inchiesta giudiziaria, mentre la fiducia nell’istituzione resta al centro delle polemiche.

Le ricostruzioni parlamentari evidenziano un tentativo di alleggerire la tensione, ma si tralascia il fatto che i manganelli sono stati impiegati anche quando la situazione era meno tesa. La disparità di forze è evidente anche nei numeri dei feriti, con una netta prevalenza di dimostranti.

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