Test psicologici per i magistrati, arriva il primo sì al Senato

Non è la prima volta che i partiti di centrodestra propongono di introdurre dei test psicoattitudinali per i candidati al ruolo di magistrati, ma sembra che questa volta ci siano buone possibilità che la novità venga approvata, con il primo sì della Commissione Giustizia del Senato

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La Commissione Giustizia del Senato ha approvato la proposta di introdurre test psicoattitudinali per i candidati a futuri magistrati. L’iniziativa, portata avanti dal capogruppo di Forza Italia nella commissione, Pierantonio Zanettin, ha trovato il sostegno convinto di alcuni partiti, tra cui proprio Forza Italia e la Lega, ma ha anche generato controversie e resistenze, specialmente da parte del Movimento 5 Stelle e dell’Associazione Nazionale Magistrati.

Test magistrati, opinioni favorevoli e contrarie

Secondo Zanettin, l’introduzione di questi test rappresenterebbe un passo avanti verso una maggiore qualità e trasparenza nella selezione dei futuri giudici, rimarcando che tale pratica è comune in molte altre selezioni pubbliche e private, e pertanto non dovrebbe destare particolare sorpresa o resistenza nel contesto della magistratura. Il ruolo del magistrato è estremamente delicato e i nuovi test potrebbero fornire una maggiore rassicurazione sulla loro capacità di svolgere equamente il proprio lavoro.

Magistrati
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Il sostegno a questa proposta è stato principalmente espresso da Forza Italia e dalla Lega, che hanno sottolineato l’importanza di introdurre strumenti di valutazione aggiuntivi per garantire che i futuri magistrati possiedano le competenze e le caratteristiche personali necessarie per svolgere il loro ruolo in modo efficace ed equo. Tuttavia, il Movimento 5 Stelle e l’Associazione Nazionale Magistrati hanno manifestato riserve e critiche nei confronti di questa iniziativa.

La posizione di Zanettin è stata rafforzata dalle parole del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha sottolineato la necessità di queste valutazioni e ha respinto le critiche sollevate da alcuni esponenti politici, come il senatore del Partito Democratico, Walter Verini, il quale ha suggerito che l’introduzione di tali test potrebbe portare a estremismi come il Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso) per i magistrati.

Le preoccupazioni del sindacato dei magistrati

Le divergenze di opinione sulla questione si sono riflesse anche all’interno della magistratura stessa. Mentre alcuni accolgono favorevolmente l’introduzione dei test come un modo per garantire una selezione più rigorosa e trasparente dei futuri magistrati, altri sollevano dubbi sulla loro efficacia e sottolineano la necessità di rivedere e migliorare il sistema di concorso attuale.

Il sindacato dei magistrati ha espresso preoccupazione per il rischio di creare un clima conflittuale tra politica e magistratura e ha sottolineato che esistono già strumenti di valutazione dell’idoneità dei magistrati, mentre l’introduzione di nuovi test potrebbe rallentare il processo di selezione.

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