Sale l’allarme negli Stati Uniti d’America per la diffusione preoccupante della malattia da deperimento cronico (CWD), meglio conosciuta come la ‘malattia del cervo zombie’. Le popolazioni dei cervi in Usa sono sotto minaccia, ma gli esperti rivelano un particolare inquietante: esiste il rischio anche che possa colpire l’uomo.
Fanpage evidenzia un evento inquietante. Due cacciatori statunitensi sono morti per una rara malattia da prioni riscontrata nel cervello. Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, gli esperti ritengono plausibile il passaggio dei prioni, vale a dire proteine mal ripiegate e tossiche, dai cervidi all’essere umano. I ricercatori hanno lanciato l’allarme sui possibili rischi per chi consuma carne di cervo infetto ed è esposto ai fluidi corporei degli animali cacciati. È esattamente il caso dei due cacciatori deceduti, che avevano consumato carne di cervi provenienti da una popolazione in cui era confermata la diffusione della malattia.
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Malattia del cervo zombie: di cosa si tratta
La malattia del cervo zombie è una patologia neurologica causata da prioni, cioè proteine mal ripiegate in grado di trasmettere l’anomalia a quelle sane. Il tasso di mortalità è del 100% e non esistono né cure né vaccini. I sintomi della CWD sono da film dell’horror: sbavare in modo intenso, andatura claudicante con ripetuti inciampi, sguardo perso, disorientamento e letargia. Gli esperti dello studio studio Chronic Wasting Disease of Elk: Transmissibility to Humans Examined by Transgenic Mouse Models hanno dimostrato – tramite analisi di laboratorio – che la malattia potrebbe infettare anche le cellule umane.
Di fatto, altre patologie prioniche analoghe come l’encefalopatia spongiforme il morbo della mucca pazza sono grado di trasferirsi all’uomo, dando vita alla malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ). Fortunatamente non risultano ancora casi rilevati nell’essere umano. A lanciare l’allarme sono stati i due ricercatori Samuel J. White e Philippe B.Wilson dell’Università Nottingham, che hanno pubblicato un articolo su The Conversation.
Gli scienziati sottolineano che la patologia è stata riscontrata in ben 800 cervi e alci nel solo Stato del Wyoming, un numero enorme, considerando che a novembre dello scorso anno era stato identificato il primo caso in assoluto nel celebre Parco Nazionale dello Yellowstone.
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