Il grano riparte dai porti ucraini: bombe su due ospedali 

Redazione
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Nell’incontro ad Ankara tra Lavrov e Cavusoglu si è discusso del blocco dei cereali. A partire dalla fine di questa settimana dovrebbero ripartire le navi dal porto di Beryansk. L’incontro tra Zelensky e Putin per ora è lontano

Oggi l’incontro ad Ankara tra il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov e il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu al centro della discussione il piano per permettere al grano di ripartire dai porti ucraini.

Il ministro degli esteri turco Cavusoglu ha dichiarato: «La preparazione tecnica per creare corridoi sicuri per il trasporto di grano dai porti dell’Ucraina attraverso il mar Nero sarà completata il prima possibile». Cavusoglu ha anche assicurato che la Turchia si rende disponibile per dare il suo sostegno al piano.

La questione della crisi del grano sta mettendo in allerta tutti i paesi che temono una crisi alimentare internazionale dalle conseguenze gravissime. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha commentato la questione così: «Dalla Russia ci aspettiamo segnali chiari e concreti». Mentre la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ritiene che il cibo sia diventato parte dell’arsenale del terrore russo.

Intanto Mosca contrattacca che la crisi alimentare non dipende dalla Russia e Lavrov minimizza la questione ritenendo che: «I colleghi occidentali cercano di presentarla come una catastrofe».

Tra le ultime novità un segnale positivo arriva dalle autorità filorusse del porto di Berdyansk  che si trova sul Mare d’Avoz, hanno, infatti, annunciato la riapertura del porto, dopo lo sminamento, con la ripartenza del grano già alla fine di questa settimana.

Ad Ankara si discute sull’incontro Putin Zelensky

Per quanto riguarda l’attesissimo confronto tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per ora è solo utopia. Il ministro degli esteri russo ha definito il presupposto di Zelensky per sedersi al tavolo della pace poco serio. Lavrov ha, infatti, dichiarato: «Per quanto riguarda un incontro tra il signor Zelensky e il presidente russo, abbiamo spiegato in più occasioni che Zelensky sta cercando un incontro fine a sé stesso, è volubile come il vento. Ha ripetuto più volte che avrebbe tenuto dei colloqui e che i colloqui sarebbero ripresi solo se i contingenti russi fossero stati riportati sulla linea che esisteva il 24 febbraio. Questo approccio non è assolutamente serio, inoltre è in contrasto con le iniziative presentate dalla delegazione ucraina a Istanbul il 29 marzo».

Le volontà di Putin e Zelensky viaggiano su binari opposti è quindi necessario, ora, aiutare Ucraina e Russia nella mediazione sperando che presto i due presidenti possano iniziare un dialogo di pace senza continuare a far parlare le armi al loro posto. 

Intanto nel Donbass Severodonetsk resiste

Nel Donbass la situazione è sempre più critica per la resistenza ucraina. Severodonetsk è la città teatro di continui bombardamenti. Il capo militare regionale del Lugansk, Sergiy Gaidai, ha affermato: «Nessuno si arrenderà a Severodonetsk. I russi vogliono catturare la città entro il 10 giugno. Si stanno svolgendo feroci battaglie, i nostri difensori stanno combattendo per ogni centimetro della città». Secondo l’intelligence britannica nonostante gli attacchi ad alta intensità da parte delle forze russe gli ucraini stanno opponendo una buona resistenza o perlomeno una resistenza che tiene. Per Londra il piano di Mosca è questo: concentrare gli attacchi sul Donbass ma rimanere sulla difensiva altrove. Per quanto riguarda i bombardamenti, sono stati colpiti e distrutti due ospedali. Uno a Severodonetsk e l’altro a Rubizhne. A dimostrarlo le immagini satellitari pubblicate dalla Cnn. Inoltre, sul tetto di un ospedale era stata dipinta una grande croce rossa, proprio per far capire la natura di quell’edificio. Continuano così, i crimini di guerra.

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