Gaza: Israele libera 2 ostaggi, l’Egitto prende posizione contro Netanyahu

Mentre le minacce di Netanyahu di entrare a Rafah con le truppe di terra fanno preoccupare il mondo intero per le sorti dei civili palestinesi, Israele riesce a liberare due ostaggi

Redazione
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Il conflitto tra Israele e Hamas continua a portare morte e distruzione, mentre diversi enti internazionali pregano Netanyahu per un cessate il fuoco e la protezione dei civili palestinesi. Al momento, l’area maggiormente a rischio risulta essere Rafah, la città a sud della striscia di Gaza, che, dopo i bombardamenti subiti, potrebbe essere invasa dalle truppe di terra nei prossimi giorni.

Migliaia di palestinesi erano fuggiti dalla violenza del nord rifugiandosi proprio a Rafah e adesso si ritrovano in un cul-de-sac in attesa di diventare danni collaterali della vendetta israeliana contro Hamas.

La liberazione degli ostaggi israeliani

In mezzo alla violenza, un raggio di speranza emerge con la liberazione di due ostaggi, Fernando Simon Marman e Norberto Louis Har, attraverso un’operazione congiunta dell’esercito israeliano, lo Shin Bet e la polizia israeliana. I due uomini, rapiti il 7 ottobre dal Kibbutz Nir Yitzhak, sono stati tratti in salvo durante un blitz notturno a Rafah. 

Tuttavia, Israele sembra determinato a proseguire con la sua campagna militare nonostante le crescenti pressioni internazionali per una cessazione delle ostilità e il Presidente USA Joe Biden che commenta l’azione mlitare israeliana definendola “esagerata”.

Le tensioni rimangono alte non solo tra Israele e i palestinesi, ma anche tra Israele e altre nazioni. Dopo che Netanyahu ha affermato che un attacco a Rafah è indispensabile per fermare Hamas, l’Egitto ha deciso di prendere posizione minacciando di sospendere il trattato di pace con Israele se l’invio di truppe a Rafah dovesse diventare realtà.

I tentativi internazionali di fermare la guerra 

La speranza di una risoluzione pacifica rimane incerta, con colloqui previsti al Cairo tra mediatori internazionali, nella speranza di raggiungere un accordo che possa porre fine alla violenza e garantire la sicurezza dei civili. All’incontro parteciperanno il capo del Mossad, David Barnea, il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani.

Nel frattempo, Netanyahu e Biden hanno finalmente avuto un colloquio telefonico dopo tre settimane di silenzio diplomatico. Durante la chiamata, Biden ha ribadito il suo sostegno alla sicurezza di Israele ma ha anche chiesto un piano credibile e realizzabile per proteggere i civili nella città di Rafah.

Anche il Giappone ha commentato con preoccupazione la prevista operazione militare su Rafah. In una nota del ministero degli Esteri si legge: ”Mentre la situazione umanitaria sul campo peggiora e continua ad aumentare il numero delle vittime civili, tra cui un gran numero di bambini, donne e anziani, è fondamentale migliorare la situazione umanitaria il prima possibile e garantire un ambiente in cui si possono svolgere attività di assistenza umanitaria”.

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