Attacco in chiesa in Nigeria, il Papa: «Prego per le vittime»

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L’assalto è avvenuto durante la messa domenicale di Pentecoste in una chiesa cattolica. Il commando avrebbe fatto uso di esplosivi, ma l’attentato ancora non sarebbe stato rivendicato. Papa Francesco: «Prego per le vittime e per il Paese» 

Nuovo giorno di sangue in Nigeria, dove un attacco terroristico ha colpito una Chiesa di San Francesco, a Owo, colma di fedeli cristiani per la messa domenicale della Pentecoste. Il bilancio della strage è molto alto: almeno 50, fra cui anche molti bambini. 

Il movente del massacro ancora non è chiaro, ma potrebbe essere collegato alle numerose tensioni etniche e religiose, spesso sfociate in sanguinose rivendicazioni, fra le diverse popolazioni locali e i nomadi islamici Fulani, di passaggio nel Paese africano. 

La dinamica e le indagini

I media locali riportano che almeno cinque uomini hanno aperto il fuoco e lanciato ordigni esplosivi contro i fedeli. La versione sarebbe poi stata confermata anche dalle forze dell’ordine e da alcuni testimoni. Il numero delle vittime, incerto fino a poche ore fa, è salito rapidamente da 20 a 50 persone, con una quantità ancora non precisata di feriti gravi. 

Un video postato online riprende la scena dopo l’attacco, con i corpi riversi sul pavimento della chiesa con pozze di sangue. Le prime indiscrezioni, inoltre, riportavano che gli attentatori potessero aver sequestrato anche alcune persone fra sacerdoti e fedeli presenti alla messa, ma la diocesi di Ondo ha smentito il fatto. 

L’attacco, nonostante non sia stato rivendicato da alcuna parte, è stato da alcune voci attribuito alla comunità nomade islamica dei Fulani e indirizzata in particolare contro il governatore  della regione dell’Ondo, Oluwarotimi Akeredolu, per la sua politica rigorosa sulla legge del pascolo aperto. 

La stessa pista è accreditata dal direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa, Alessandro Monteduro: «Se il banditismo in Nigeria alcuni decenni fa si avvaleva di archi e frecce, negli ultimi anni i Fulani si sono dotati di Ak47, diffusissimi nel Paese dopo la cattura di Gheddafi. L’assenza id un buon governo e la corruzione sta contribuendo a tutto questo». 

Papa Francesco: «Prego per le vittime e per il Paese»

Il pontefice allertato della tragedia avvenuta in Nigeria ha fatto sapere, attraverso i portavoce del Vaticano, di essere in preghiera «per le vittime e il Paese, dolorosamente colpiti in un momento di festa e di affidare entrambi al Signore, perché invii il Suo Spirito a consolarli». 

Le lotte etniche in Nigeria

L’Ondo è uno dei 36 stati che compongono la Nigeria ma, a differenza delle regioni del nord, è sempre stato lontano dalle sanguinose lotte degli estremisti islamici di Boko Haram. Così come ha ricordato il suo governatore Akeredolu, la zona di Owo ha «sempre goduto di relativa pace nel corso degli anni». 

Le tensioni dei gruppi di Fulani sono solo una parte di quelle crisi che ci sono in Nigeria: oltre il terrorismo di Boko Haram, le bande di saccheggiatori e rapitori e movimenti separatisti. 

In passato stragi ben più gravi hanno colpito la Nigeria, con scontri fra i coltivatori stanziali e i nomadi Fulani. Il motivo di scontro si deve alla scarsità di terre fertili e alla desertificazione nigeriana. 

Uno dei sacerdoti della Chiesa di San Francesco ha lasciato intendere che la strage avrebbe potuto essere ben più grave, perché i terroristi hanno colpito quando la funzione domenicale era quasi al termine: «Avevo persino chiesto alle persone di iniziare ad andarsene; è in quel momento che abbiamo iniziato a sentire gli spari provenire da diverse parti».

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