Ghali risponde all’ambasciatore di Israele: “Non va bene strumentalizzare la musica”

Per Gasparri la Rai ha perso un'altra occasione. La speranza per il membro della commissione sta tutta nelle scuse dei vertici del servizio pubblico con le autorità di Israele

Redazione
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Il rapper Ghali è stato al centro di una polemica dopo aver pronunciato la frase “stop al genocidio” durante la finale del Festival di Sanremo 2024. L’ambasciatore di Israele a Roma, Alon Bar, ha criticato il Festival, affermando che il palcoscenico è stato “sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”.

Ghali: “Ho sempre parlato di questo da quando sono bambino”

Il cantante tunisino ha risposto alle critiche durante la trasmissione Domenica In: “Non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che abbia replicato in questo modo. Ci sarebbero state tante cose da dire… Per cosa dovrei usare questo palco? Io sono un musicista e ho sempre parlato di questo da quando sono bambino”.

Il rapper ha poi aggiunto: “Da quando ho scritto le mie prime canzoni, a 13-14 anni, parlo di quello che sta succedendo. Non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti da un po’… Il fatto che lui parli così non va bene… Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire ‘stop alla guerra’ e ‘stop al genocidio’. Le persone sentono che perdono qualcosa se dicono ‘viva la pace’, non deve succedere questo… Ci sono i bambini di mezzo: io da bambino sognavo e ieri sono arrivato quarto a Sanremo. Quei bambini stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, quanti geni ci sono tra loro…”.

Ghali ha concluso il suo intervento ribadendo la sua posizione: La musica non è uno strumento per diffondere odio, ma per unire le persone e farle riflettere. Non c’è niente di male nel dire ‘stop al genocidio’, è un messaggio di pace”.

La replica del cantante di Baggio ha acceso un infuocato dibattito sui social media, con molti utenti che si sono schierati a favore del rapper.

In effetti, come tutti gli anni, Sanremo non è solo il Festival della musica italiana ma anche un luogo per parlare di attualità e politica. Di questo se ne è accorto anche il senatore Maurizio Gasparri, componente della Commissione di Vigilanza Rai che afferma: ”Leggo con tristezza l’intervento sui social dell’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che giustamente depreca alcune affermazioni fatte al Festival di Sanremo, che secondo lui sono servite a diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile“.

Gasparri, Forza Italia
Gasparri, Forza Italia

Le parole di Gasparri

Per Gasparri la Rai ha perso un’altra occasione. La speranza per il membro della commissione sta tutta nelle scuse dei vertici del servizio pubblico con le autorità di Israele. “La Rai non può vivere fuori dalla realtà. Rinnovo la mia solidarietà all’Ambasciatore Bar ed al popolo di Israele che il 7 ottobre ha subito un’aggressione paragonabile alle persecuzioni della Shoah”.

Il post dell’ambasciatore d’Israele

La reazione di Gasparri trova anima dal post pubblicato su X dall’ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, che a proposito del Festival di Sanremo scrive: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre – continua – tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani – conclude – Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto“.

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