Il leader nordcoreano, Kim Jong-un, ha recentemente aumentato le tensioni nella regione delle due Coree dichiarando che il Sud è il “nemico principale” di Pyongyang e affermando di essere pronto a occuparlo. Secondo il nuovo allarme diffuso attraverso i media statali nordcoreani, e riportato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, il leader nordcoreano ha ribadito la sua determinazione nel proteggere il Paese attraverso la forza anziché attraverso il dialogo diplomatico.
L’abbandono definitivo della pace
Le parole di Kim giungono in un momento di crescente instabilità, dopo che il Nord aveva annunciato qualche settimana fa il suo abbandono della politica di ricerca della riunificazione con il Sud, formalizzando l’impegno a “occupare completamente” il territorio sudcoreano in caso di conflitto armato. Kim Jong-un si è rivolto ai suoi nemici chiamandoli “burattini sudcoreani” affermando che sono il suo “nemico primario più dannoso” e sostenendo che occupare il paese sarebbe una mossa saggia per la Corea del Nord.
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Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa nordcoreana Kcna, Kim ha affermato: “La pace non è qualcosa che dovrebbe essere implorata o ottenuta in cambio di colloqui“. Inoltre, Kim ha respinto categoricamente l’idea di impegnarsi in una cooperazione con il Sud, definendo tale richiesta come “irrealistica“. Questo rifiuto potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per qualsiasi tentativo di dialogo e distensione tra le due Coree.
Le parole di Kim Jong-un rappresentano un duro colpo per gli sforzi di mantenere la pace nella penisola coreana e sollevano nuove preoccupazioni sulla stabilità della regione. La comunità internazionale sarà tenuta a monitorare attentamente la situazione e a intervenire prontamente per prevenire un’escalation delle tensioni che potrebbe portare a conseguenze gravi e imprevedibili per la pace e la sicurezza globale.
Le paure per una nuova guerra mondiale
Già durante l’Assemblea delle Nazioni Unite, il presidente Antonio Guterres aveva evidenziato la crescente pericolosità delle tensioni internazionali e la tendenza dei paesi ad abbandonare le linee del multilateralismo, fondamenta indispensabili per l’edificazione della pace tra le varie nazioni. La perdita di focus su obiettivi comuni e ricerca attiva della fine delle ostilità sta aumentando le probabilità di conflitti in varie parti del mondo.
L’occupazione della Russia ai danni dell’Ucraina va avanti da quasi due anni, la guerra tra Israele e Hamas ha portato a decine di migliaia di civili uccisi (soprattutto palestinesi), e nel frattempo altre tensioni minacciano di far scoppiare nuovi conflitti. Se la minaccia di guerra nucleare della Corea del Nord terrorizza il mondo intero, la crescente tensione tra il governo cinese e Taiwan potrebbe esplodere in un tentativo di invasione dell’isola. Inoltre, le potenti alleanze di Hamas spaventano l’occidente mentre l’Italia e altre nazioni europee si apprestano a mandare navi da guerra nel Mar Rosso nonostante le minacce Houthi di conflitto armato.
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