A seguito delle polemiche tra Stellantis e Giorgia Meloni, il presidente della multinazionale e CEO di Exor, John Elkann, ha tenuto una serie di incontri a Roma con alcuni rappresentanti del governo per definire le prossime mosse dell’Italia nei confronti dell’azienda. In particolare, nella giornata di ieri, Elkann ha incontrato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, insieme al governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta.
Le preoccupazioni per gli stabilimenti italiani di Stellantis
Ufficialmente, l’agenda dei colloqui si è concentrata sulle attività italiane di Stellantis, e soprattutto sui temi della transizione energetica nel settore automobilistico. Assente invece il Ministro Urso, promotore del Tavolo Automotive, il quale ha giustificato la sua mancanza con impegni a Cagliari e partecipazione ad alcune riunioni. Negli ultimi giorni, avevano fatto discutere le affermazioni di Urso sulla disponibilità del governo italiano a seguire quello francese, investendo nelle azioni di Stellantis, e pertanto risulta quantomeno curiosa la sua assenza durante l’incontro con Elkann.
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Il contesto di tensioni emerse dagli scambi di dichiarazioni accese tra l’AD Carlos Tavares, il Premier Giorgia Meloni e il ministro Adolfo Urso ha chiaramente influenzato il confronto, volto proprio a capire quali siano le decisioni definitive del nostro paese rispetto all’azienda, e di conseguenza, alla crisi degli stabilimenti italiani di Stellantis.
Al momento si teme in particolar modo per il nodo Mirafiori che lo stesso Tavares ha definito “a rischio”, condizionando la sua stabilità all’arrivo di sostegni cospicui per l’auto elettrica da parte dello stato italiano. L’imminente cassa integrazione per i lavoratori impegnati nella produzione della 500 elettrica e dei modelli Maserati aggiunge ulteriori pressioni alle trattative, portando i sindacati a chiedere un incontro con Meloni e Urso.
Fim, Fiom e Uilm ribadiscono l’urgenza di definire gli impegni futuri di Stellantis in Italia e garantire la sicurezza occupazionale degli stabilimenti. Pertanto, sollecitano un vertice con azienda e governo per evitare che le conseguenze dei battibecchi tra i due possano colpire i lavoratori. Anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha espresso preoccupazioni sul futuro di Mirafiori, portando la questione all’attenzione di Meloni attraverso una lettera. Nel frattempo, Elkann avrebbe riaffermato l’impegno per i progetti industriali in corso e le attività di interesse comune durante gli incontri istituzionali a Roma.
Le due vie da percorrere
Rispetto alla situazione Stellantis, al momento l’Italia si trova di fronte a un bivio. Le preoccupazioni dei sindacati spingerebbero per attuare la soluzione proposta da Urso, investendo 4,1 miliardi di euro per ottenere il 6,1% delle azioni e preservando di conseguenza gli stabilimenti in italia.
D’altro canto però, la posizione di Tavares parla chiaro. Ad essere prioritari sarebbero invece gli incentivi statali per l’acquisto delle auto, soprattutto di quelle elettriche. Secondo questo punto di vista, l’acquisto delle azioni porterebbe solo a rimandare l’inevitabile, trasformando l’investimento italiano in Stellantis, in un buco mangia soldi destinato comunque a fallire sul lungo termine. La tensione persiste, mentre si attende il ritorno di Meloni dalla missione a Tokyo, per capire quale direzione prenderà il governo nei prossimi giorni.
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