Premierato, il muro delle opposizioni: pioggia di emendamenti travolge la riforma

Una tempesta di emendamenti ha travolto il Ddl sul premierato, appena approdato in parlamento; contrari il Pd, il M5s, Avs e Iv; gli accordi raggiunti dal centrodestra non sono bastati a far approvare rapidamente il testo del Ddl,

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Crollano sotto una pioggia di emendamenti gli ottimismi del centrodestra sul premierato. Sono più di 800 le proposte presentate dalle opposizioni: più di 700 provengono dal Pd, 100 da Avs, 4 dal M5s e solo 2 da Iv.

Premierato, opposizioni bocciano tutta la linea

La maggior parte degli emendamenti depositati dalle opposizioni contrastano la riforma Casellati nel suo carattere più controverso: quello dell’indebolimento del Presidente della Repubblica. La linea del parlamento vuole infatti aumentare i poteri del Presidente della Repubblica in materia di nomina e revoca dei ministri e in materia di scioglimento delle camere. Una sfiducia costruttiva, questa la proposta delle opposizioni, se si cerca un meccanismo concreto per garantire stabilità al sistema. Soppresse anche le modifiche proposte dal centrodestra sul semestre bianco, no all’elezione diretta e il tetto è posto a due legislature, nessuna deroga. Insomma il Ddl Casellati è stato bocciato quasi su tutta la linea.

Il parlamento si era già scagliato sulla riforma prima che gli fosse stata sottoposta, Calenda in prima linea: “Il premierato è ideato male e scritto peggio“. Le opposizioni vorrebbero far virare il progetto verso un cancellierato alla tedesca, cercando però di evitare l’indebolimento dei poteri del Presidente della Repubblica, che sarebbero modificati ma in modo diverso rispetto al premierato.

Il nodo della facoltà di sciogliere le camere rimane da discutere, ma le opposizioni vorrebbero che, nonostante il premier sia eletto direttamente, questo potere rimanga nelle mani del Presidente della Repubblica.

Premierato, dubbi e ambiguità

La gatta presciolosa, si sa, fa i gattini ciechi. Lo stesso si può dire della premier Meloni, che pur di far approvare il Ddl sul premierato prima delle europee, ha lasciato non poche ambiguità nel testo della riforma. Gli accordi e le intese tanto celebrate dal centrodestra non sono stati sufficienti a sciogliere i nodi del testo del Ddl. “Ci prenderemo tutto il tempo necessario” afferma Ignazio La Russa, mostrandosi disponibile a mediare con le opposizioni che hanno presentato centinaia di emendamenti.

Il groviglio più antipatico è quello che riguarda l’interpretazione della ormai nota norma antiribaltone che non è esplicita su un passaggio: sulla crisi che si aprirebbe in caso di sfiducia posta ad un provvedimento.

Il testo approvato si sofferma sullo scioglimento delle camere in seguito ad una mozione motivata contro il premier, e anche sullo scioglimento in seguito alle dimissioni volontarie, ma non sulla sfiducia su un provvedimento: in quel caso le dimissioni sarebbero dovute non volontarie, ma verrebbe meno il potere si scioglimento. Un passaggio contraddittorio.

Casellati e La Russa
Casellati e La Russa

Un vuoto normativo, che lascia spazio a dubbi e ambiguità che rischiano di mettere a repentaglio l’intero progetto. Casellati è consapevole della contraddizione presente nel testo e si mostra disponibile a cambiare il testo del Ddl, mentre la premier vuole andare avanti.

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