Giorgetti segna record per il governo: recuperati 24,7 miliardi dall’evasione fiscale

Il 2023 è stato un anno record per il Fisco italiano, che ha recuperato un +22% rispetto all'anno precedente in materia di evasione fiscale; Giorgetti non si sbilancia poiché "il 2024 sarà un anno difficile per l'economia italiana"

Redazione
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Durante il primo anno del governo sono stati recuperati 24,7 miliardi dall’evasione fiscale, il 22% in più rispetto all’anno precedente. Un nuovo record, come ha sottolineato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, che sembra abbattere i dubbi dell’opposizione, che ha criticato durante le discussioni sulla manovra finanziaria “l’atteggiamento di resa della maggioranza nei confronti dell’evasione fiscale e dei condoni“.

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Ernesto Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è attestato però su posizioni più moderate. Il 2023 è stato un anno da record, con il recupero più alto di sempre, ma il 2024 si presenta come un anno “assai complesso per l’economia italiana, anche se nell’ultimo trimestre dello scorso anno c’è stata “una ripresa modesta, ma superiore alla media europea“. Più entusiasta Ernesto Ruffini che ha sottolineato come i risultati stiano arrivando: il tax gap, al netto dell’evasione su accise, Imu e contributi previdenziali, è sceso dagli 89.5 miliardi del 2016 ai 66,5 miliardi del 2021.

Grazie all’attività del personale di Agenzia delle Entrate, lo scorso anno sono stati recuperati 24,7 miliardi di euro – ha dichiarato il direttore dell’Agenzia delle Entrate – l’importo sale a 31 miliardi se si considerano anche i 6,7 miliardi recuperati per gli altri enti. Equivale quasi all’importo di una legge di Bilancio“.

Giorgetti e le previsioni sul 2024

La riforma del Fisco avrà la sua conclusione entro la primavera, lo ha annunciato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che prevede per il 2024 una nuova sfida: “Creare un diverso rapporto con i contribuenti” al fine di rafforzare la collaborazione e la capacità di riscossione. Un obiettivo importante che potrebbe portare all’azzeramento di metà del debito pubblico grazie “alla riscossione delle imposte del credito fiscale che ancora teniamo nei nostri magazzini“, ha dichiarato il ministro del Mef.

I problemi, però, sono dietro l’angolo perché questa manovra non potrà essere effettuata nel 2024 a causa dei tempi stretti, per cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrà trovare nuovi punti su cui concentrarsi per ridurre la differenza tra le imposte che andrebbero versate e quelle che sono effettivamente incassate.

Da un lato si prevedono cambiamenti nel campo della digitalizzazione, dall’altro in quello dell’Intelligenza Artificiale che potrebbe aiutare nell’individuazione dei fenomeni di evasione fiscale, sempre nel totale rispetto della privacy. C’è da sottolineare che questi piani sono ancora del tutto teorici e solo il tempo potrà dimostrare se il piano di Giorgetti possa realmente funzionare.

Le speranze di Maurizio Leo

Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha sottolineato che la riforma del Fisco tenterà di ristabilire un allineamento tra “il reddito dichiarato e il reddito reale” con l’obiettivo di recuperare il gettito, puntando su un concordato preventivo con i contribuenti. Questi avranno tempo fino al 15 ottobre per decidere se accettare o no e Leo ci tiene a evidenziare che: “Non ci sarà alcuna persecuzione verso i soggetti che non si allineeranno, ma l’amministrazione vorrà capire perché il contribuente non si adegua“.

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Maurizio Leo

Il concordato prevede che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti un software, con cui questi, in particolare coloro che possiedono una partita Iva, saranno in grado di accordarsi con il Fisco sulle cifre da pagare per i due anni successivi. Una manovra che ha suscitato non poche critiche, soprattutto da parte di coloro che ritengono che questo possa essere un nuovo metodo per evadere le tasse.

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