Virus West Nile, 45enne muore a tre mesi dal contagio: come evitare l’infezione?

Il virus si trasmette tramite la puntura di zanzara infetta ma solitamente non comporta la morte nell'essere umano; non esiste ancora un vaccino né una terapia farmacologica specifica

Redazione
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Una donna di soli 45 anni ha perso la vita dopo essere stata punta da una zanzara infetta dal virus West Nile. Tre mesi di agonia, sofferenze e paralisi che hanno portato il suo corpo allo stremo e infine alla morte. La donna era stata punta lo scorso ottobre, nelle vicinanze della sua abitazione in Veneto, e sin da subito l’infezione aveva iniziato a provocarle dei sintomi atroci. Febbre altissima, encefalopatia e infine una tetraplegia che l’ha lasciata costretta a letto fino al decesso.

La donna non presentava problemi di salute prima dell’infezione e non aveva atto alcun tipo di viaggio nel periodo precedente. Il virus è giunto in Veneto nel 2008, trasportato da uccelli infatti, e si trasmette all’uomo tramite la puntura di insetti infetti. Per la 45enne non c’è stato scampo ed ora la Procura ha disposto l’autopsia per chiarire molti dei dubbi che ancora aleggiano su questa vicenda. Il virus West Nile, solitamente, non è pericoloso per gli esseri umani e comporta complicazioni gravi solo in pazienti già debilitati e con altri problemi di salute. Il caso della mamma di Dolo sembra, quindi, più unico che raro.

Virus West Nile, che cos’è?

La febbre di West Nile è una malattia provocata dal virus West Nile, che prende il nome dal distretto dell’Uganda in cui fu scoperto nel 1937. La malattia si è diffusa in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America, secondo L’Istituto superiore di Sanità. Si tratta di una malattia che viene trasmessa agli uomini tramite la puntura di zanzare che a loro volta hanno punto uccelli infetti dal virus.

Zanzara malattie infettive
Zanzare

Proprio questi ultimi, infatti, sono i principali vettori del virus e il metodo con cui questo si è trasmesso dall’Africa al resto del mondo. Il virus West Nile solitamente non è trasmissibile da uomo a uomo e sono molto rari i casi in cui trapianti di organi, trasfusioni di sangue e gravidanze si sono trasformati in veicoli di trasmissione. Proprio per questo la malattia è facilmente tenuta sotto controllo e dalla sua scoperta non ha mai causato casi di epidemia. Il virus, inoltre, può infettare anche altre specie di mammiferi, in particolare i cavalli, ma anche cani, gatti, conigli e altri.

Virus West Nile, come riconoscere i sintomi?

Come riporta l’Istituto superiore di Sanità, solitamente la maggior parte delle persone infette dal virus West Nile non presenta alcun sintomo, per cui è raro che l’uomo si accorga di essere infetto. Nei casi in cui il paziente risulta sintomatico, solitamente si tratta di sintomatologie legge come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei della durata di qualche giorno.

I sintomi variano anche a seconda dell’età degli infetti: i bambini presentano principalmente una febbre leggera, i giovani febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari, mentre gli anziani e le persone debilitate possono presentare sintomi più gravi. Solo una persona su 150, comunque, presenta sintomi gravi quali  febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Una persona su mille, invece, può presentare i sintomi di un’encefalite grave.

La diagnosi della febbre di West Nile avviene attraverso specifici esami effettuati su siero o liquido cerebrospinale. Non esiste ancora nessun tipo di vaccino per l’infezione da West Nile, esistono terapie farmacologiche standard per la cura di questa malattia.

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