Agricoltori, le proteste infiammano l’Italia: “Circonderemo Roma”

Mentre nel resto d'Europa le proteste iniziano a spegnersi, in Italia gli agricoltori continuano la loro battaglia contro le riforme europee e contro il caroprezzi del governo; al centro delle discussioni il rinnovo dell'Irpef e dell'Imu per gli agricoltori che fino al 2023 erano esentati dal pagamento

Redazione
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Le proteste degli agricoltori europei sembrano iniziare a scemare. I coltivatori francesi hanno ottenuto un’apertura dal governo con 15 misure a sostegno dell’agricoltura promesse dal premier Attal, i tedeschi hanno sentito il supporto e la comprensione nelle parole di Ursula Von Der Leyen e i belga hanno attirato l’attenzione del premier De Croo che ha garantito: “Il messaggio è arrivato“. I trattori stanno lasciando Bruxelles, dopo la giornata di manifestazioni dello scorso giovedì in cui roghi e lanci di uova hanno costretto le forze dell’ordine ad intervenire per riportare la calma.

carne sintitica
Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura

Tutto sembra iniziare a tornare al suo posto, tranne in Italia. Nel bel Paese le manifestazioni sono appena iniziate e per ora senza alcun tipo di risvolto violento. Gli agricoltori italiani, però, non si sentono abbastanza presi in considerazione dal governo, nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Il mancato rinnovo del taglio dell’Irpef per gli agricoltori nel 2024 ha scatenato ondate di rabbia nel settore interessato, di cui si stanno approfittando le opposizioni, soprattutto in vista delle elezioni europee.

Agricoltori, Matteo Renzi contro la “Lollotax”

Qualcuno fa notare che nel 2024 la Meloni e Lollobrigida hanno aumentato le tasse agli agricoltori: 248 milioni solo per l’Irpef. È la Lollotax” scrive così Matteo Renzi su X, continuando la sua strenua invettiva nei confronti di Francesco Lollobrigida e di tutte le sue mancanze. Renzi sottolinea come il governo italiano stia cavalcando l’onda delle proteste Ue, cercando di portare dalla loro parte i manifestanti, allo scopo di accaparrarsi qualche voto alle prossime elezioni. “Le bugie hanno le gambe corte“, ricorda però Renzi, sottolineando l’incoerenza del ministro Lollobrigida che prima aumenta le tasse agli agricoltori e poi si allea con le loro rivendicazioni.

Renzi esplode sui social contro Lollobrigida
Renzi esplode sui social contro Lollobrigida

Il problema non sono solo le norme europee: il problema sono i Cognati d’Italia. Quando stanno sui social difendono gli agricoltori, quando entrano in ufficio aumentano loro le tasse” tuona così Matteo Renzi su X per poi lanciare la stoccata finale: “Io e Maurizio Martina abbiamo tagliato l’Irpef agli agricoltori nel 2016, Meloni e Lollobrigida l’hanno rimessa nel 2024. Noi siamo politici, loro sono influencer. Qualcuno può sentirmi?“.

Agricoltori, il nuovo obiettivo è la Capitale

Mentre i politici discutono tra chi ha trattato meglio il settore dell’agricoltura, i veri protagonisti delle proteste non si arrendono e continuano a creare disagi e scompiglio in quasi tutte le Regioni d’Italia, dal Veneto alla Campania, dalla Puglia alla Toscana.

Porteremo la protesta a Roma. Nei prossimi giorni ammasseremo i trattori fuori dalle città. Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia” ha dichiarato Danilo Calvani, portavoce della rivolta degli agricoltori. Nei prossimi giorni verranno rilasciate le date delle proteste e successivamente inizieranno le prime mobilitazioni dei trattori. Questa volta, a quanto sembra, la promessa verrà mantenuta e la Capitale sarà assediata dai cingoli.

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Danilo Calvani

Al centro delle proteste italiane dieci rivendicazioni, proclamate dalle due sigle sindacali Comitato agricoltori traditi e il coordinamento Riscatto agricolo: revisione del Green deal europeo, eliminazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni, la detassazione di Irpef e Imu, il mantenimento delle agevolazioni per il carburante agricolo, l’eliminazione dell’Iva su alcuni prodotti alimentari primari, il contrasto ai cibi sintetici.

Proprio su quest’ultimo punto si sono concentrati i coltivatori e i pastori sardi, i quali ritengono che: “Le politiche europee ci stanno danneggiando, ci garantiscono una miseria per non lavorare e intanto le nostre aziende vanno in rovina. Vogliono importare farina di grillo e carni sintetiche, di questo passo diventeremo anche noi animali da laboratorio“.

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