Caso Salis, Orban a Meloni: “Non posso influenzare il pubblico ministero”

Nel mentre è spuntata una lettera di Ilaria Salis, indirizzata al suo legale datata lo scorso ottobre, dove rivela le sue condizioni di prigionia nella capitale magiara: "Trattata come una bestia"

Redazione
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Mercoledì sera è arrivata la conferma dell’incontro avvenuto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier ungherese Viktor Orban, a Bruxelles. I due leader si sono visti nella città, sede del Parlamento europeo, per parlare del caso della cittadina italiana Ilaria Salis, detenuta in condizioni “inumane” a Budapest dallo scorso febbraio. “Ho fornito alla presidente Meloni tutti i dettagli“, ha dichiarato Orban a margine del colloquio durato circa un’ora.

In particolare, il leader turco avrebbe chiarito che: “Nel sistema ungherese il pubblico ministero non appartiene al governo, appartiene al Parlamento, non può assolutamente influenzare il pubblico ministero. Il sistema giudiziario è totalmente indipendente dal governo“. Questo è vero, ma per il premier ungherese è sicuramente possibile intervenire sul trattamento dei detenuti e questo Orban lo sa: “L’unica cosa in cui posso essere a sua disposizione è l’ambiente all’interno del carcere. Prometto che verrà fornito un trattamento equo, che tutti i diritti siano rispettati“.

Il “memoriale” di Ilaria Salis

Quelle di Orban sembrano parole solo parole, visto le scioccanti testimonianze di Carmen Giorgio, ex compagna di cella di Salis e le rivelazioni della stessa sullo stato del penitenziario magiaro. Ieri sera, in esclusiva al Tg La7, è stata mostrata una lettera scritta dalla detenuta italiana, una sorta di memoriale, fatto arrivare il 2 ottobre scorso al consolato italiano con lo scopo di recapitarla al suo legale.

Alcune delle rivelazioni sono choccanti: “Sono trattata come una bestia al guinzaglio“; “da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto“; “l’aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino“. Questa la lettera scritta da Ilaria Salis, unico mezzo di comunicazione che aveva per parlare con il proprio legale. Il “memoriale”, inoltre, risulterebbe in contrasto con le dichiarazioni di Orban, che ha detto a Meloni che la ragazza “non sarebbe mai stata isolata dal resto del mondo“.

Il ricorso alla CEDU

Proprio per queste incongruenze nel caso di Ilaria Salis, riportarla in Italia potrebbe essere l’unico modo per garantirle i diritti che le spettano. L’11 gennaio i legali dell’insegnante tentarono di farle avere i domiciliari in Italia ma nulla. I giudici ungheresi respinsero la richiesta e ora i legali intraprenderanno l’unica strada rimasta, quella del ricorso alla Cedu.

A riferirlo l’avvocato Mauro Straini: “Per la valutazione del danno evidenzieremo anche l’enorme diffusione mediatica in tutto il mondo. Inoltre, nella sentenza di condanna della Cedu all’Ungheria i giudici hanno utilizzato la parola “leash” che significa “guinzaglio” in relazione alla modalità di spostamento da parte delle forze di polizia di una famiglia di migranti iracheni. Lo stesso guinzaglio, sembrerebbe dalla lettura della sentenza, a cui era legata Salis” ha spiegato il legale.

Ostellari: “Stiamo fornendo la massima assistenza”

Ora, dopo la grande attenzione mediatica che ha ricevuto il caso, le condizioni di Ilaria Salis sembrerebbero essere leggermente migliorate. A parlarne il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, rispondendo a un’interrogazione in Commissione alla Camera: “In attesa che questa vicenda si concluda prima possibile, stiamo fornendo la massima assistenza, sotto vari profili, alla giovane ed alla sua famiglia. Funzionari della nostra Ambasciata procedono con visite regolari ad Ilaria Salis, così da poterne continuamente riscontrare la concreta condizione psico-fisica.

Anche i famigliari hanno ottenuto di poterle fare visita e di effettuare chiamate a mezzo Skype“. Inoltre, ha fatto sapere che, resta a disposizione di tutte le richieste e le necessità avanzate dalla mamma e dal papà di Ilaria, comprese quelle del suo avvocato.

Tajani: “Il nostro impegno è quello di garantire i diritti”

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A rassicurare sulle condizioni di salute di Ilaria Salis, anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha riportato le impressioni del procuratore da cui avrebbe ricevuto un rapporto dettagliato: “Il procuratore è andata a farle visita e l’ha trovata in condizioni non negative. Oggi i genitori dell’insegnante lombarda di 39 anni le hanno fatto visita, e ha ricevuto anche visite consolari e anche quella di una psicologa” ha rassicurato il ministro.

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