Lega su Salis: “Nel 2017 assaltò nostro gazebo a Monza”, ma fu assolta

Il legale di Ilaria Salis bacchetta la Lega: "Aveva soltanto partecipato. La Lega era parte offesa e si poteva costituire in giudizio come parte civile ma non lo ha fatto"

Redazione
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Inizia bene e finisce male, malissimo. Il ministro e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un convegno nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, ha voluto spendere qualche parola sul caso di Ilaria Salis. Il problema è che non si è preoccupato minimamente di poter risultare fuori luogo con il rischio annesso di alimentare chiacchiericci sterili e in parte falsi sul conto dell’insegnante detenuta in condizioni inumane a Budapest. “E’ fondamentale chiedere condizioni di detenzione civili, umane e rispettose, e un giusto processo” ha dichiarato Salvini.

Fino a qui tutto bene, se non fosse che poi ha aggiunto “Spero che si dimostri innocente perché, qualora fosse ritenuta colpevole, atti di violenza imputabili ad una insegnante elementare, che gestisce il presente e il futuro di bambini di 6-7-8 anni, sarebbero assolutamente gravi. Ovviamente sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare italiana“, conclude Salvini.

Parole non necessarie, anche spiacevoli, specialmente per il padre della ragazza che si è detto risentito dopo aver ascoltato il ministro Salvini parlare di sua figlia. I preconcetti sulla persona di Ilaria Salis ci sono tutti e il leader della Lega sembra quasi voler mettere le mani avanti, immaginando un solo scenario possibile, quello dove l’insegnante è colpevole.

Lega: “Salis già a processo per assalto a nostro gazebo nel 2017”

Ancora più inopportuno, se non grave, è stato un comunicato stampa della Lega: “Le immagini di Ilaria Salis incatenata in Ungheria sono scioccanti: il suo caso offre la possibilità di riflettere sull’atteggiamento di un Paese membro dell’Ue, ma non solo. Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega“.

Poi, per rincarare la dose, da Via Bellerio aggiungono: “Le sue vicissitudini nelle aule di tribunale offrono l’opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza, soprattutto se particolarmente odiosi come quelli messi in atto contro giovani indifese aggredite da un branco come successo a Monza“.

Legale Salis: “Assalto al gazebo della Lega? Fu assolta”

Qual è il senso di ritirare fuori un processo del 2017 dove Ilaria Salis è stata assolta dall’accusa di aver assaltato il gazebo nella città di Monza? Le parole della Lega non solo sono inutili ma si collocano al limite del diffamatorio, lasciando intendere a chi legge che Salis abbia tenuto un comportamento violento nel 2017, cosa non vera.

A bacchettarli e mettere i puntini sulle “i” in merito alla vicenda è stato Eugenio Losco, l’avvocato difensore di Ilaria Salis: “Aveva soltanto partecipato a un corteo dove è stata identificata dalla Digos in un video finito poi agli atti di indagine. È comunque finita sotto processo ma al termine dell’istruttoria la stessa pubblica accusa ha chiesto la sua assoluzione per non aver commesso il fatto. Nelle motivazioni della sentenza – continua il legale – il giudice ha precisato che dagli elementi acquisiti emerge che Ilaria Salis abbia soltanto preso parte al corteo, senza aver ricoperto nessun ruolo nell’assalto al gazebo della Lega e senza neppure aver istigato altre persone“.

Inoltre, spiega Losco: “La Lega era parte offesa e si poteva costituire in giudizio come parte civile ma non lo ha fatto. È stato lo stesso pm a chiedere l’assoluzione e quindi non ha fatto appello quando il giudice ha assolto tutti gli imputati, compresa Ilaria Salis. Oltre alle due militanti testimoniò anche Federico Arena, segretario della Lega di Monza, e quindi il processo era ampiamente noto alla Lega, che comunque non si costituì parte civile“.

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