La quarta puntata de Il Processo di Biscardi si è aperta con un ospite di eccezione: Lino Banfi. L’allenatore nel pallone ha conquistato il pubblico e gli ospiti in studio con il suo umorismo e i ricordi di una vita dedicata al lavoro, ma anche al gioco del calcio. I “tempi supplementeri”, i “rigori a oltranza” e il famigerato “5-5-5” hanno divertito e ricordato che il gioco del pallone non è solo strategia ma anche tanta passione.
“Io e Aldo ci volevamo bene – ha dichiarato Banfi dopo aver visto la clip con protagonisti Oronzo Canà e Aldo Biscardi – Una sera facemmo uno scopone scientifico a casa di Aldo. Aldo in coppia con un direttore Rai ed io con il Maestro Stelvio Cipriani. Stelvio è quello che ha scritto la melodia della sigla del Processo,mentre io le parole. Questo bel ricordo serve a dimostrare che io dissi sì al nome di Biscardi senza sapere niente, in nome della grande amicizia che ci ha legati”. L’applauso non è potuto mancare dopo la commovente dichiarazione di Banfi che ha ricordato quante vite abbia effettivamente toccato la figura di Aldo Biscardi.
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Ma i ricordi di Lino non sono finiti qui, perché al centro della trasmissione c’era ovviamente il match tra Roma e Salernitana, e la seconda panchina di Daniele De Rossi. “Io Daniele l’ho conosciuto prima che fosse un pulcino ed oggi penso ad un altro pulcino che ora è divenuto un Bove ed ora può essere colui che segnerà in questa partita”. Questo primo pronostico di Lino Banfi non si è avverato, mentre il secondo che vedeva la Roma vincitrice della partita con un risultato di 2-1 si è trasformato da sogno in realtà.
Lino Banfi e Mourinho, una coppia inaspettata
“Non lo avevo ancora rivelato a nessuno – esordisce così Lino Banfi attirando l’attenzione del pubblico, degli ospiti e anche quella di Maurizio Biscardi – In questi giorni avrei dovuto incontrare Mourinho, ma non ho fatto in tempo“.
L’area in studio diventa un po’ più tesa, prima delle successive parole dell’attore italiano: “Un mese fa mi ha scritto lui, con un italiano un po’ stentato, dicendomi che ci teneva a conoscermi per un episodio un po’ particolare della sua vita. ‘Ho imparato l’italiano con il tuo film, lo guardavo mentre ero in Portogallo’ mi ha confessato nei messaggi“. A questo punto Lino Banfi non riesce più a trattenere le risate e saluta tutto il pubblico e gli ospiti in studio così, mentre commenta l’episodio con un perentorio: “E che italiano che gli ho insegnato!“.
Le polemiche sul Var
Immancabili i commenti sulla partita Salernitana-Roma, giocata in contemporanea con la trasmissione e seguita scrupolosamente dal Moviolone Luca Vano, che non ha esitato a interrompere i dibattiti in studio per dare gli aggiornamenti sui punti salienti del match. Ma al centro della trasmissione non solo la partita Salernitana-Roma, ma anche tanto VAR, che continua ad essere il Fil Rouge di questa 38ma stagione de Il Processo di Biscardi.
“Come si trasforma un possibile fuorigioco in una palla buona? È quello che vogliamo dimostrare in questa puntata, per chiarire che il Var è uno strumento da usare con parsimonia e con le giuste tecniche. Ci interessa chiarire la dogmaticità del controllo del fuorigioco che nella maggior parte dei casi è inesatta” ha dichiarato Maurizio Biscardi.
A sostenere la tesi del conduttore, i frame del Moviolone che ha presentato alcuni esempi in cui i fermo immagine scelti dal Var non rappresentavano la realtà di gioco, ma potevano essere pregiudiziali. Il dibattito in studio non è mancato con l’avvocato Taormina che ha messo in discussione l’etica dietro le scelte del Var e l’ipotesi portata avanti da Maurizio Biscardi per cui il macchinario deve tenere in considerazione anche i frame del pallone che si stacca dal piede del giocatore prima del passaggio e non solo quelli di arrivo.
Al centro anche le polemiche sulle dichiarazioni dell’arbitro incappucciato, ospite di una famosa trasmissione, che ha svelato alcune “anomalie” del sistema arbitrale riguardanti dei presunti errori di arbitri di Serie A e B sia in campo che al Var. Una discussione che si è conclusa con le dichiarazioni di Gioia Masia, ex-calciatrice, che ha cercato di riportare la pace nel fine puntata: “Per evitare il conflitto di interessi basterebbe mettere al controllo del Var degli ex-arbitri“. Altre polemiche si affacciano dietro l’angolo.
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