Giorno della Memoria, Mattarella sceglie l’onestà: “Israele non può negare il diritto allo Stato”

Il discorso di Mattarella nel Giorno della Memoria è stato più che cristallino. Riferimenti alla Shoah del passato ma anche moniti per il presente, che rischia di compiere gli stessi errori del passato; poi il monito a Tel Aviv sulla soluzione "due popoli due Stati"

Redazione
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Il Giorno della Memoria non è mai stato così importante come oggi. Il ricordo della brutalità, della meschinità e della drammaticità della persecuzione di un popolo, si è reso ancora più necessario a causa dei fenomeni di antisemitismo che stanno risorgendo con una certa prepotenza nel Paese. Il Memoriale della Shoah imbrattato con scritte ignobili e la manifestazione contro il padiglione israeliano in fiera a Vicenza sono solo gli ultimi due episodi di un fenomeno che inizia a spaventare sempre di più.

Ecco, quindi, che si rende indispensabile l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del Giorno della Memoria, che ha cercato di risvegliare il buon senso e soprattutto di ricordare come l’indifferenza delle persone, il disinteresse dei popoli abbia portato alla deportazione e alla morte di migliaia di ebrei. “Non si deve mai dimenticare che l’Italia adottò durante il fascismo, in un clima di complessiva indifferenza, le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio. E che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi di ebrei, sulle quali mai dovremo far calare il velo del silenzio“.

Giorno della Memoria, il monito per il governo

Sergio Mattarella ha deciso di non adottare mezzi termini e di sfruttare la sincerità per arrivare al cuore ma soprattutto alle orecchie di tutti. Il suo discorso è quindi costellato di parole come “fascismo“, “nazismo“, “antifascismo“, “sterminio“, perché “non c’è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o riduzione delle colpe, personali o collettive“.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

In prima fila nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa ascoltano interessati, e forse un po’ accerchiati. Il riferimento è chiaro e non è l’unico che Mattarella è riuscito ad inserire nel suo discorso: “Il culto del capo è stato un virus micidiale prodotto dall’uomo che ha contagiato gran parte d’Europa” ha voluto ricordare il Presidente, per poi sottolineare come si macchiò di quei terribili atti non solo Hitler, ma anche Mussolini. Non solo la Germania, ma anche l’Italia.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

Oggi, sembra riavvicinarsi il pericolo dell’odio e Mattarella ha assunto sulle sue spalle il compito di sensibilizzare di nuovo un’intera Nazione, forse così troppo abituata alle immagini delle crudeltà e degli abomini, da non riuscire più a riconoscere i segnali dei corsi e ricorsi storici.

Giorno della Memoria, il messaggio a Tel Aviv

Il Presidente della Repubblica ha poi cambiato registro temporale, trasferendosi nella quotidianità e ricordando come il terribile attacco di Hamas, perpetrato lo scorso 7 ottobre, abbia riportato indietro il mondo di quasi 80 anni. “Indicibile, feroce strage antisemita, pagina di vergogna per l’umanità, raccapricciante replica della Shoah“, anche in questo caso Mattarella non ha voluto indorare la pillola ma ha preferito optare per la chiarezza dei termini, pur potendo incontrare qualche difficoltà.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

L’equilibrio è l’elemento fondamentale nel discorso del Presidente, quindi, dopo il ricordo della strage di Hamas, Mattarella ha voluto rivolgersi direttamente al governo israeliano: “Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato“. Mattarella è critico e non vuole nasconderlo.

Dopo il consiglio, o sarebbe meglio dire l’esortazione, Mattarella torna in patria e si rivolge alle comunità ebraiche presenti sul territorio: “L’Italia è casa vostra, la vostra presenza è stata fondamentale per la Repubblica. L’Italia non tollera minacce, prepotenze, intimidazioni nei loro confronti“. Il Presidente ha voluto però anche sottolineare come la Shoah sia stata “l’orrore assoluto a cui null’altro può essere parificato“.

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