Quattro anni senza Kobe Bryant. Uno dei più forti e popolari giocatori di basket di tutti i tempi, morì domenica 26 gennaio 2020 in un incidente d’elicottero. La tragedia lasciò tutto il mondo senza fiato: con lui stava viaggiando anche sua figlia Gianna, di tredici anni, ed altre sette persone. L’elicottero precipitò a Calabasas, a nord ovest di Los Angeles, a causa della fitta nebbia che quel giorno copriva le colline tra Malibu e il centro città.
Bryant, famoso anche con il suo soprannome “Black Mamba”, morì all’età di 41 anni. Il suo spirito giovane, intraprendente come pochi è rimasto indelebile nel ricordo di migliaia di persone. Indipendentemente dalla maglia cestistica che portava, quel giorno la notizia della sua morte generò reazioni sconvolte e incredule da parte di sportivi e appassionati di tutto il mondo. Per la fama e l’impatto che ebbe sulla storia moderna della NBA, Kobe Bryant è paragonato soltanto a campioni come Michael Jordan e LeBron James.
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Chi era Kobe Bryant
Bryant con il suo fisico imponente ma agile e una tecnica eccezionale giocava come guardia. Tra il 1999 e il 2009, fu tra i giocatori più spettacolari di tutto il campionato, con i suoi celebri tiri in sospensione e le sue famose schiacciate. Per ben 18 volte, Bryant finì nella selezione dell’All Star Game e fu votato due volte miglior giocatore delle finali e una volta nel 2008. Black Mamba fece anche parte della nazionale statunitense di basket che vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2008 e del 2012.
Nel novembre del 2015 annunciò che si sarebbe ritirato alla fine della stagione, e nell’ultima parte della regular season fece una specie di tour di addio, ricevendo ovazioni in tutti i palazzetti in cui giocò. Giocò la sua ultima partita il 13 aprile 2016, contro gli Utah Jazz, segnando ben 60 punti.
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