Modena, ufficiale militare obbligava i sottoposti a lavare i genitali dei cavalli

Un ufficiale dell'Accademia Militare di Modena è stato accusato da alcuni sottoposti di aver abusato del proprio potere per vessarli, umiliarli e minacciarli di distruggere la loro carriera

Redazione
3 Min di lettura

La Procura di Modena ha aperto un’indagine su un tenente colonnello dell’Accademia Militare, accusato di violenza privata, molestie e abuso di autorità nei confronti di alcuni palafrenieri delle scuderie, sia di sesso maschile che femminile. Gli atti contestati sarebbero stati commessi tra il 2019 e il 2021, con le presunte vittime che hanno presentato denuncia solo recentemente.

Violenza psicologica sui sottoposti

Secondo l’accusa, il tenente colonnello Giampaolo Cati, all’epoca capo del centro ippico militare dell’Accademia, avrebbe sottoposto il personale ad atti punitivi umilianti, tra cui il lavaggio frequente dei genitali dei cavalli. Le denunce includono anche episodi di sessismo e body shaming, con continue molestie al personale femminile attraverso commenti a sfondo sessuale e critiche sull’aspetto fisico.

Le indagini, avviate grazie a segnalazioni sia della magistratura ordinaria di Modena che di quella militare di Verona, evidenziano una serie di comportamenti scorretti e abusivi da parte dell’ufficiale nei confronti di ben 11 militari, sette uomini e quattro donne. Il Generale e Comandante dell’Accademia, Davide Scalabrin, è stato il primo a segnalare internamente i presunti episodi, portando alla luce la situazione.

Le denunce documentano molestie continue, minacce e addirittura stalking da parte del tenente colonnello Cati. Le vittime riportano di essere state costantemente vessate, con frasi minacciose sulle loro carriere e intimidazioni che coinvolgevano anche la loro vita privata.

Un’ombra vergognosa sull’Accademia Militare

Il sindacato dei Carabinieri, tramite il suo segretario regionale Giovanni Morgese, ha dichiarato di valutare la possibilità di costituirsi parte civile in caso di procedimento penale a carico dell’ufficiale. “Attenderemo gli sviluppi investigativi della magistratura” afferma Morgese, “e qualora si decidesse di avviare un procedimento penale a carico dell’istruttore Cati, Il Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc), valuterà se costituirsi parte civile dando mandato ai propri legali“.

Nel frattempo, il tenente colonnello Cati, pur rimanendo operativo nell’Accademia, è stato trasferito ad altra mansione nell’ambito dello Stato Maggiore dell’istituzione. Il fascicolo d’accusa include dettagli scioccanti, come le minacce di ritorsioni sulla vita dei sottoposti e frasi intimidatorie sul potere di Cati nel distruggere la loro carriera. L’indagine continua e si attenderanno ulteriori sviluppi per determinare se ci sarà un rinvio a giudizio.

La vicenda getta una pesante ombra sull’Accademia Militare di Modena e sull’Arma nel suo complesso, sollevando importanti questioni riguardo alla tutela dei diritti e al rispetto delle norme etiche all’interno delle istituzioni militari. Vicende di questo tipo solitamente vengono a galla solo quando i sottoposti sono abbastanza coraggiosi da denunciare i comportamenti scorretti nonostante le intimidazioni. Affrontare abusi di potere da parte dei propri superiori non è mai semplice ed evidentemente è necessario stabilire regole di comportamento più rigide che consentano a tutti di venire tutelati sul posto di lavoro.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo