Giorgio Armani e l’Haute Couture 2024, un’eccezionale sospensione dalla realtà

Couture en Jeu, la collezione Haute Couture 2024 di Armani Privé con la quale "la moda è una cosa seria, ma può diventare gioco, evasione"

Margherita Valigi
4 Min di lettura

Armani Privé si apre a una doppia interpretazione con “Couture en Jeu”, che vede l’Haute Couture mettersi in gioco nuovamente o che “semplicemente” si diverte. E’ la collezione presentata a Parigi per questa stagione 2024, al Palais de Tokyo e che si mostra in una sorta di antologia, una raccolta complessiva di quelli che sono stati i tratti distintivi, le idee e le ispirazioni di Armani Privé dalle sue origini ad oggi. Un defilé che è sbocciato in 94 look, ognuno dei quali racconta 94 storie differenti, capitoli di un’unica opera, quella dell’autorialità.

Sdrammatizzare con Giorgio Armani

Frame di "Couture en Jeu" di Armani Privé
Frame di “Couture en Jeu”

Con una riscrittura assolutamente autoriale e riconoscibile, è una collezione rappresentativa dell’intraprendenza Armani, che come ogni collezione Haute Couture è stata il suo alter ego puramente onirico, slegato da qualsiasi severità, libera espressione della sua creatività. Un Amani che si è mostrato dal suo misticismo in puro gioco e divertimento: “Avevo voglia di sdrammatizzare”, dice il couturier, quindi di svagarsi nel mescolare, fondere e rianimare la sua narrazione Privé.

Giorgio Armani è un uomo che ama mettersi in gioco, in discussione e osare, e con l’Haute Couture trova gli strumenti ideali per comporre il suo sinfonico sperimentalismo. Un perpetuo gioco di equilibri tra libertà espressiva dallo spirito puramente artistico e un inconscio solitamente autoritario, il tutto senza mai ricadere in una anarchia di eccessi.

Giorgio Armani e Armani Privé

Frame di "Couture en Jeu"
Frame di “Couture en Jeu”

Quando, 19 anni fa, Giorgio Armani presentò la prima collezione Armani Privé, venne subito messa il risalto la discromia che nasceva dalla differenza di approcci che il designer e l’Haute Couture potessero presentare: “Armani, lo stilista meneghino che ha fatto del pragmatismo il suo credo, si cimentava con le frivolezze della couture, arte considerata in via d’estinzione”, a cui rispose, “Perché l’ho fatto? Perché non volevo porre limiti alle forme e ai modi in cui mi posso esprimere”. Fa comprendere come egli sia estremamente aperto, disponibile e interessato a sperimentare e a rivolgersi consapevolmente a tutto ciò che possa donargli diversi e nuovi orizzonti creativi

Non è mancato nulla: esotismo sprigionato ad ogni soffice passo, quindi sensazioni provenienti da occidente come da oriente, vestaglie kimono, giacche e pantaloni harem magicamente armaniani, corsetti ricamati di cristalli scintillanti. Esili, delicate, attraenti silhouette, accarezzate da impalpabili tessuti fluidi e leggeri come ali di libellula; una palette cromatica dipinta di poetici pastelli dal deserto al caraibico nella più armonica delicatezza; ricchi jacquard stampati ton sur ton, olografiche organze liquide, e sofisticati motivi acquerellati.

Frame di "Couture en Jeu"
Frame di “Couture en Jeu”

Ho concepito la collezione in modo che la bellezza che emana attiri l’attenzione e distolga dalle brutture delle guerre che si stanno combattendo intorno a noi” afferma Giorgio Armani e continua, “Non so come sarà la prossima collezione, ma questa mi è molto piaciuta farla. Le donne scelgono le cose che hanno in sé l’idea dell’eccezionale. Sta alla moda metterle a loro disposizione”.

Le donne armani sono quelle che si divertono di più, che scelgono di essere l’eccezione, di sospendersi in un mondo triso di raffinatezza accuratissima e che viaggiano almeno con la mente e con l’anima, esprimendo la propria eccentricità in indipendenza di pensieri e di azioni, radicali ma sobrie ed eleganti.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo