Armani Privé si apre a una doppia interpretazione con “Couture en Jeu”, che vede l’Haute Couture mettersi in gioco nuovamente o che “semplicemente” si diverte. E’ la collezione presentata a Parigi per questa stagione 2024, al Palais de Tokyo e che si mostra in una sorta di antologia, una raccolta complessiva di quelli che sono stati i tratti distintivi, le idee e le ispirazioni di Armani Privé dalle sue origini ad oggi. Un defilé che è sbocciato in 94 look, ognuno dei quali racconta 94 storie differenti, capitoli di un’unica opera, quella dell’autorialità.
Sdrammatizzare con Giorgio Armani
Con una riscrittura assolutamente autoriale e riconoscibile, è una collezione rappresentativa dell’intraprendenza Armani, che come ogni collezione Haute Couture è stata il suo alter ego puramente onirico, slegato da qualsiasi severità, libera espressione della sua creatività. Un Amani che si è mostrato dal suo misticismo in puro gioco e divertimento: “Avevo voglia di sdrammatizzare”, dice il couturier, quindi di svagarsi nel mescolare, fondere e rianimare la sua narrazione Privé.
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Giorgio Armani è un uomo che ama mettersi in gioco, in discussione e osare, e con l’Haute Couture trova gli strumenti ideali per comporre il suo sinfonico sperimentalismo. Un perpetuo gioco di equilibri tra libertà espressiva dallo spirito puramente artistico e un inconscio solitamente autoritario, il tutto senza mai ricadere in una anarchia di eccessi.
Giorgio Armani e Armani Privé
Quando, 19 anni fa, Giorgio Armani presentò la prima collezione Armani Privé, venne subito messa il risalto la discromia che nasceva dalla differenza di approcci che il designer e l’Haute Couture potessero presentare: “Armani, lo stilista meneghino che ha fatto del pragmatismo il suo credo, si cimentava con le frivolezze della couture, arte considerata in via d’estinzione”, a cui rispose, “Perché l’ho fatto? Perché non volevo porre limiti alle forme e ai modi in cui mi posso esprimere”. Fa comprendere come egli sia estremamente aperto, disponibile e interessato a sperimentare e a rivolgersi consapevolmente a tutto ciò che possa donargli diversi e nuovi orizzonti creativi.
Non è mancato nulla: esotismo sprigionato ad ogni soffice passo, quindi sensazioni provenienti da occidente come da oriente, vestaglie kimono, giacche e pantaloni harem magicamente armaniani, corsetti ricamati di cristalli scintillanti. Esili, delicate, attraenti silhouette, accarezzate da impalpabili tessuti fluidi e leggeri come ali di libellula; una palette cromatica dipinta di poetici pastelli dal deserto al caraibico nella più armonica delicatezza; ricchi jacquard stampati ton sur ton, olografiche organze liquide, e sofisticati motivi acquerellati.
“Ho concepito la collezione in modo che la bellezza che emana attiri l’attenzione e distolga dalle brutture delle guerre che si stanno combattendo intorno a noi” afferma Giorgio Armani e continua, “Non so come sarà la prossima collezione, ma questa mi è molto piaciuta farla. Le donne scelgono le cose che hanno in sé l’idea dell’eccezionale. Sta alla moda metterle a loro disposizione”.
Le donne armani sono quelle che si divertono di più, che scelgono di essere l’eccezione, di sospendersi in un mondo triso di raffinatezza accuratissima e che viaggiano almeno con la mente e con l’anima, esprimendo la propria eccentricità in indipendenza di pensieri e di azioni, radicali ma sobrie ed eleganti.
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