Dopo la valanga di insulti e minacce ricevuti da Selvaggia Lucarelli, da alcuni considerata responsabile insieme al compagno per la morte della ristoratrice Giovanna Pedretti, qualcun altro ha deciso di cavalcare l’onda dell’indignazione generale e affondare il dito nella piaga giudiziaria della giornalista.
Lo psicologo Claudio Foti, di recente assolto in appello dopo una condanna iniziale per i presunti comportamenti illeciti avvenuti durante lo scandalo di Bibbiano, ha deciso di sganciare accuse pesanti nei confronti di Lucarelli, intraprendendo una causa civile presso il Tribunale di Torino e chiedendo un risarcimento di 320mila euro.
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I reati per i quali era indagato Claudio Foti
Lo psicologo Foti era stato accusato di aver commesso due reati, dai quali però è stato assolto dalla Corte d’Appello. La prima accusa riguardava un presunto abuso d’ufficio, in concorso con il sindaco Andrea Carletti, per aver ottenuto senza gara il servizio di psicoterapia nell’Unione di Val d’Enza per la propria associazione Hansel e Gretel.
La seconda accusa, ancora più grave, riguardava delle lesioni che Foti avrebbe causato a una giovane paziente, provocando in lei la convinzione di aver subito abusi da parte del padre. Cosa che, in seguito, le avrebbe provocato danni psicologici quali ansia, depressione e altri disturbi. In entrambi i casi Foti è stato assolto attraverso la formula prevista dall’articolo 530 del Codice di Procedura Penale: assoluzione dell’imputato per mancanza di prove certe.
La richiesta di risarcimento danni sarebbe motivata dalla profonda lesione dell’identità professionale del terapeuta, a seguito del presunto processo diffamatorio attuato da Lucarelli nei suoi confronti. Il cuore della controversia ruota infatti attorno a una serie di articoli scritti dalla giornalista e pubblicati su due quotidiani tra il 2019 e il 2021. Quotidiani che sono ora accusati insieme a Selvaggia Lucarelli per diffamazione.
Cosa ha scritto Selvaggia Lucarelli contro Foti?
All’interno dei suoi articoli, Selvaggia Lucarelli accusò Foti di aver avuto un ruolo nello scandalo di Rignano Flaminio, dove tre maestre e una bidella subirono accuse di pedofilia, poi risultate infondate. Foti partecipò come consulente alle indagini notando dei presunti “segni conclamati di un trauma devastante” in uno dei bambini, che si suppone avesse subito gli abusi.
Inoltre, Lucarelli trattò anche il presunto coinvolgimento di Foti nel suicidio di quattro persone nel 1996 a Sagliano Micca, durante un processo su un giro di pedofilia. Nello specifico la giornalista affermò che Foti era intervenuto sui ricordi di un altro giovane paziente, mettendogli in testa che nell’armadio di casa sua ci fosse una botola utilizzata dai suoi parenti per abusare di lui.
A seguito delle affermazioni di Foti, i nonni, il padre e lo zio del bambino si suicidarono e Lucarelli diede la colpa del loro gesto alle accuse dello psicologo. Secondo la sua ricostruzione la botola in questione non esisteva, pur essendo stata segnalata al pubblico ministero dell’epoca attraverso un fax urgente inviato dallo stesso Foti.
Dato che il procedimento per i fatti di Sagliano Micca non ha mai raggiunto una sentenza definitiva a causa della morte degli imputati, l’avvocato Luca Bauccio, che rappresenta Foti, sostenne che Lucarelli avesse agito con malafede e intenti mistificanti, imponendo al lettore una “verità giudiziaria inesistente“. Bauccio afferma che Lucarelli ha scatenato una “campagna stampa” e un “linciaggio mediatico” che hanno danneggiato la storia personale e professionale di Foti, minando la sua identità di stimato psicoterapeuta.
Foti e il suo legale hanno definito “falso e calunnioso” anche un articolo di Lucarelli in cui la giornalista chiamava Metodo Foti il comportamento di una psicologa che aveva accusato una bidella cagliaritana di pedofilia. A seguito dell’accusa la donna si suicidò e Lucarelli scrisse un articolo in cui sostenne che la psicologa era vicina a Foti e ai suoi metodi. Eppure, secondo quanto affermato dall’avvocato Bauccio, il suo assistito non avrebbe avuto nulla a che vedere con quell’indagine.
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