Giulia Tramontano, al via il processo a Impagnatiello: l’ipotesi della perizia psichiatrica

Oggi ha avuto inizio il processo nei confronti di Alessandro Impagnatiello che deve rispondere delle accuse di omicidio volontario aggravato, interruzione di gravidanza e occultamento di cadavere; in Aula la famiglia Tramontano che chiede l'ergastolo per l'imputato

Redazione
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Dopo otto mesi dal terribile omicidio di Giulia Tramontano, uccisa a Senago con 37 coltellate al settimo mese di gravidanza, oggi si è aperto il processo nei confronti di Alessandro Impagnatiello, il compagno indiziato per il suo omicidio. L’uomo deve rispondere delle accuse di da premeditazione, crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza, così come di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere.

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Alessandro Impagnatiello

L’Aula era stracolma e la famiglia di Giulia presente in prima fila: il papà Franco, la mamma Loredana, il fratello Mario e la sorella Chiara. Impagnatiello è entrato in aula in contemporanea con Chiara, sorella della vittima, e si è posizionato al suo posto, nella gabbia dell’Aula della prima Corte d’Assise. Ai carabinieri del servizio di magistratura, prima dell’inizio del processo, è toccato sgomberare l’Aula visto le numerose presenza tra giornalisti e curiosi che non permettevano nemmeno alle parti processuali e i loro rispettivi collaboratori di trovare posto a sedere.

Quindi, la procuratrice aggiunta Letizia Mannella, ha deciso di chiedere l’allontanamento dei voyeur, anche senza l’ordinanza della Corte d’Assise. A seguito di questa decisione è intervenuto il presidente del Tribunale Fabio Roia, che ha optato per il trasferimento in un’Aula più spaziosa dove potesse essere garantito l’ingresso anche ai giornalisti che si occupano di seguire il caso.

L’ergastolo voluto dalla famiglia Tramontano

La condotta sia sanzionata come merita“, queste le parole della famiglia di Giulia Tramontano che auspica per l’imputato la condanna all’ergastolo. Lo ha spiegato ai cronisti il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti prima dell’inizio del processo. Sembra, inoltre, che la famiglia Tramontano abbia anche richiesto la presenza di due specialisti, gli psichiatri Salvatore De Feo e Diana Galletta, che avranno il compito di intervenire nel caso in cui venga disposta, su richiesta della difesa, la perizia psichiatrica nei confronti di Impagnatiello.

Nel caso in cui l’imputato venga ritenuto incapace di intendere o di volere, sia totalmente che parzialmente, la possibilità di una condanna all’ergastolo sfumerebbe del tutto. Sembra che i legali di Alessandro Impagnatiello abbiano presentato alla Corte una lista con soli due testimoni: lo psichiatra Raniero Rossetti e la psicologa Silvana Branciforti. Tali nomi hanno fatto quindi intendere la possibilità della richiesta della perizia psichiatrica.

Il Comune di Senago parte civile nel processo

Presente in aula anche l’ex pm Antonio Ingroia come rappresentante del Comune di Senago che ha deciso di costituirsi come parte civile del processo. “I cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni d’Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta.” L’ex magistrato si è anche espresso sulle condizioni di Impagnatiello, ritenendo che la lucidità con cui l’uomo ha premeditato l’omicidio della compagna, anche somministrandole veleno per topi nei mesi precedenti alla sua morte, dimostri come non “vi siano tracce o indizi su un vizio di mente“.

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