Blue Monday, cosa c’è di vero nel giorno più triste dell’anno?

Oggi è Blue Monday, il presunto giorno più triste dell’anno. La definizione nata forse per un’operazione di marketing potrebbe risultare utile a promuovere la salute mentale

Redazione
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Il Blue Monday, il terzo lunedì di gennaio, spesso designato come il giorno più triste dell’anno, è stato originariamente concepito nel 2005 con l’intento di attirare l’attenzione su tematiche relative alla salute mentale e promuovere l’importanza delle vacanze estive. Tuttavia, nel tempo la sua validità scientifica è stata oggetto di forti controversie, con esperti che hanno considerato priva di fondamento la formula del suo inventore, lo psicologo Cliff Arnall.

Blue Monday: una banale operazione di marketing?

Arnall in passato aveva collaborato con la compagnia di viaggi Sky Travel, generando dubbi sulla genuinità della sua scoperta e suggerendo un possibile collegamento tra il suo studio e insolite operazioni di marketing. Nonostante le critiche, il Blue Monday è diventato comunque una sorta di tradizione moderna, con l’hashtag che circola sui social media e gli esperti che forniscono consigli su come affrontare questo giorno di tristezza.

Il neuroscienziato Dean Burnett ha sottolineato che la depressione non può essere ridotta a una formula e ha respinto l’idea che possa esistere “il giorno più deprimente dell’anno“. Burnett fa notare che la depressione clinica è un fenomeno molto più complesso rispetto a una normale sensazione di tristezza, sebbene condizioni come il meteo, le preoccupazioni finanziarie e la ritrovata routine quotidiana dopo le feste natalizie possano influire fortemente sull’umore.

Il presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, Claudio Mencacci, aggiunge un ulteriore strato di comprensione del fenomeno Blue Monday, evidenziando la base biologica legata alla luce e alle temperature. Mencacci sottolinea come i cambiamenti nella durata dell’illuminazione giornaliera nell’emisfero boreale possano influenzare l’equilibrio psichico delle persone, portando a una diminuzione della felicità generale.

L’utilità sociale del Blue Monday

Nonostante l’aspetto controverso delle sue origini, il Blue Monday offre comunque un’opportunità in più di riflettere sulle questioni di salute mentale. Ogni anno, dopo le festività, aumentano le richieste di aiuto psicologico, evidenziando la possibile comparsa della cosiddetta depressione stagionale. Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, David Lazzari, sottolinea l’importanza di essere consapevoli del malessere e di cercare supporto quando necessario.

Il periodo post-festivo può portare, non solo a riflettere sulle spese sostenute per i pranzi di Natale e i regali, ma in alcuni casi anche a confrontarsi con la depressione vera e propria. Sintomi atipici come l’aumento del sonno o dell’appetito possono emergere, portando a un possibile circolo vizioso capace di sfociare in seguito nella patologia vera e propria.

Pertanto, anche se il Blue Monday può essere considerato come un’invenzione di marketing, non dovremmo sottovalutare l’opportunità che offre di affrontare tematiche cruciali legate al tema della salute mentale. Gestire il malessere, cercare supporto e adottare strategie positive possono costituire passi significativi per affrontare questo periodo critico dell’anno e promuovere il benessere mentale.

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