Ferragni crolla sotto il peso del suo impero?

Le società di Chiara Ferragni stanno subendo il contraccolpo dell'inchiesta dell'Antitrust sul pandoro Balocco; ce la farà l'imprenditrice a sostenere i colpi a lei diretti e riprendere le redini del suo impero?

Laura Laurenzi
5 Min di lettura

La macchina da soldi a nome Chiara Ferragni sembra essersi inceppata, tra grandi nomi che prendono le distanze dal suo brand ed ora l’inchiesta per truffa aggravata che potrebbe creare problemi non di poco conto all’influencer. A subire le conseguenze più gravi di questa situazione, sono le società fondate dall’imprenditrice che, dallo scorso febbraio, hanno assunto una linea più robusta ed organizzata grazie alla creazione della capogruppo holding “Sisterhood.

Gli affari, fino al Pandoro Gate, crescevano a ritmi esorbitanti e di conseguenza all’interno delle aziende sembrava essere nata l’esigenza di una compliance – un presidio per il controllo delle regole e la tutela della reputazione aziendale – più adatta e consapevole. Un passo che forse doveva essere compiuto in passato, così da non inciampare in una indagine per truffa aggravata.

La storia, però, non si fa con i “se” e con i “ma” e ormai il danno è fatto. Da una brutta vicenda come questa, però, potrebbe nascere qualcosa di buono, come la consapevolezza della necessità di un cambiamento ai vertici dell’azienda, con l’entrata nel gruppo Ferragni di un professionista che sappia realmente gestire la holding Sisterhood, togliendo qualche peso dalle spalle dell’influencer.

I rischi per l’impero Ferragni

Chiara Ferragni aveva un obiettivo ben chiaro per il 2024: raggiungere i 100 milioni di fatturato. Sembrava esserci vicina, come ha dimostrato il suo manager di fiducia, Fabio Maria Damato, che qualche mese fa aveva rivelato i fatturati di Fenice Srl e The Blonde Salad, rispettivamente 71 e 18,9 milioni di euro.

Chiara Ferragni pandoro 1
Chiara Ferragni

Mancava pochissimo per raggiungere il target, poi però è intervenuta l’Antitrust. Chiara Ferragni si dice “serena e fiduciosa nell’attività della magistratura“, ma sembrano farsi strada le prime crepe. L’influencer ha ricominciato ad apparire sui social, sorride e trascorre le giornate con la sua famiglia, ma quel silenzio stampa durato più di una settimana è difficile da dimenticare.

Il suo nome, così come quello delle sue aziende, sembra aver subito le conseguenze più gravi dell’inchiesta dell’Autorità Garante della Concorrenza, a causa della perdita di credibilità che da essa è derivata. Lo dimostrano le decisioni prese da Safilo e Coca Cola che, a seguito dell’inchiesta dell’Antitrust, hanno deciso di far saltare i contratti con il brand di Chiara Ferragni. Un duro colpo che, per ora, non sembra essere seguito da ulteriori allontanamenti, ma che fa sorgere il dubbio sul futuro del brand dell’imprenditrice.

Le ipotesi da considerare

Il nuovo obiettivo del 2024 per Chiara Ferragni ad oggi prevede un’operazione di salvataggio, più di immagine che economica, col fine di risorgere dalle ceneri di questo processo mediatico. La speranza è che il nome di una delle società Ferragni, Fenice Srl, sia di buon auspicio per il nuovo obiettivo dell’influencer, che non sembra facile da raggiungere.

Chiara Ferragni su Instagram
Chiara Ferragni su Instagram

Le ipotesi sul tavolo sono diverse e nessuna di esse è stata confermata dalla protagonista di questa vicenda. Da un lato si vocifera la possibilità per l’imprenditrice di fare un passo indietro, non dal punto di vista strategico o di cambio di capitale, ma semplicemente di modifica del suo ruolo operativo. Dall’altro lato l’ipotesi di un intervento esterno da parte di un manager competente che subentri alla dirigenza.

Chiara Ferragni ad oggi è amministratrice delegata di Fenice, licenziataria dei marchi a suo nome e di cui l’imprenditrice controlla il 32,5%, e di TBS Crew, la società multata per il pandoro Pink Christmas. L’ultima arrivata è la Ferragni Enterprises, operativa dal 2022, di cui Chiara possiede il 99,9%, mentre sua madre Marina Di Guardo è proprietaria del restante 0,1%. Quest’ultima società è proprietaria del nuovo attico a Citylife dove si è da poco trasferita la famiglia Ferragnez.

A controllare il gioco delle tre aziende è la holding Sisterhood, che quindi controlla in toto il brand Ferragni, dai diritti d’immagine, i rapporto con i media, così come la consulenza nel campo della moda. Ora, la domanda che dovrebbe sorgere spontanea riguarda la gestione dell’intera holding, che per ora ricade sulla sola figura di Chiara Ferragni. Come ipotizza il Corriere della Sera, per salvare l’impero è necessario un professionista, un manager qualificato a cui Chiara possa delegare alcune responsabilità e tornare così a tenere le redini del suo brand.

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