Due testimoni dichiarano che “è stato Pozzolo a sparare”

Queste le parole di due presenti che la notte di Capodanno a Rosazza hanno assistito alla scena dello sparo, quando Campana è stato ferito alla gamba

Redazione
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Come sono andati i fatti quella notte ancora non si sa di preciso. Le uniche informazioni che si hanno provengono dai testimoni presenti a Capodanno nel casolare di Rosazza, in provincia di Biella. Le due testimonianze si aggiungono a quella del ferito, Luca Campano, e confermano che a sparare sia stato Emanuele Pozzolo.

Le indagini

I carabinieri, subito dopo gli spari avvenuti intorno all’una di notte nella Pro Loco del piccolo comune, hanno effettuato i rilievi e avviato le indagini. Per ora, oltre ad attendere i risultati dello stub e delle impronte digitali, l’incrocio dei verbali di chi era presente imputerebbero la responsabilità a Pozzolo: sarebbe stato lui a sparare. È quasi impossibile che i due testimoni si siano messi d’accordo perché, oltre ad avere ruoli diversi, sono stati ascoltati quella sera stessa, non appena i carabinieri sono arrivati sulla scena del crimine. Pozzolo è per ora l’unico indagato in questa vicenda ed accusato di lesioni colpose aggravate, accensioni pericolose, omessa custodia di armi ed è stato sospeso dal partito. In più, le due testimonianze potrebbero appesantire la sua posizione processuale.

Quel colpo di pistola: come è andata

Ricostruiamo gli eventi di quella notte insieme alle voci di chi in quel momento c’era e ha delineato più precisamente come sono andati i fatti. Il colpo di pistola è partito dopo mezzanotte e all’inizio nessuno aveva capito che Luca Campana si fosse fatto male, neanche lui stesso: “Pensavo fosse un proiettile finto, sono andato nell’altra stanza per controllare e ho visto il buco a quel punto mi sono spaventato e ho pensato al peggio” si legge sul Corriere della Sera. A quel punto il ragazzo viene messo su un tavolo e la suocera inizia a tamponare la ferita e qualcuno chiama l’ambulanza visto il sangue e la gravità della ferita. I carabinieri arrivano sul posto e iniziano l’indagine: decisivi i primi momenti per riuscire a ricostruire fedelmente le dinamiche dei fatti. Rientra Delmastro, che si era allontanato di 300 metri dalla Pro Loco per caricare gli avanzi di cibo in macchina e la sorella, la sindaca di Rozzano, neanche lei presente quando è partito il colpo.

I militari, poi, parlano con Pozzolo e gli chiedono se è sua l’arma. Lui risponde di sì. Poi gli chiedono se è stato lui a sparare e l’onorevole risponde di no. A questo punto gli agenti gli chiedono di sottoporsi allo stub ma lui prende tempo e rifiuta il test: “Non posso tornare a casa nudo”. Quando si tratta di un parlamentare c’è una procedura da rispettare per gli atti che riguardano le perquisizioni personali e lui evidentemente le sfrutta: “Se mi date modo di cambiarmi come posso vi faccio avere i vestiti”. Pozzolo alle 7 del 1° gennaio è in caserma per effettuare lo stub e far esaminare gli indumenti. La perizia viene affidata ai Ris di Parma ma tra gli interrogativi sul caso c’è anche da chiedersi quanto siano attendibili gli esami effettuati a distanza di oltre sei ore dallo sparo.

Pozzolo: “Non ho sparato ve lo giuro”

Intanto, a una settimana dal fatto Pozzolo continua a negare, sia di aver sparato, sia la versione delle 3 persone che lo accusano del gesto sconsiderato. “Non ho sparato, vi giuro è la verità sono dispiaciuto per quello che è successo, ho fatto una leggerezza e ne pagherò le conseguenze, ma la verità è una sola ed è che non ho sparato io” questa la sua versione. Non solo i testimoni ma anche i verbali sembrano smentirlo in maniera netta. Nessuno afferma che sia stato un gesto volontario ma il testimone riporta che “quando è partito il colpo l’arma era in mano a Pozzolo”.

Infine, Campana, dopo aver riflettuto tre giorni sulle azioni legali da intraprendere contro il parlamentare ha deciso di presentare formale denuncia, indicandolo come autore dello sparo. Agli atti ci sono già le conferme a questa sue affermazioni. Ora sta solo a Pozzolo chiarire la vicenda una volta per tutte e spiegare, sia ai pm che al suo partito, come sono andate le cose quella notte e perché continua a negare di aver sparato (per sbaglio) al 31enne.

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