Meloni e il governo perdono consensi, ma FdI resta il partito più scelto

Le categorie produttive che avevano sostenuto il premier durante le elezioni, ora si dicono deluse dal suo operato; M5S guadagna consensi, mentre Fi, Azione e Italia Viva perdono percentuali di gradimento

Redazione
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Sono 14 i mesi che Giorgia Meloni è alla guida del Paese e i consensi per Governo e Presidente del Consiglio sono calati. Il premier ha perso 14 punti percentuali dallo scorso anno, passando da un indice di gradimento di 58 a 44, con una curva discendente che segue quella del suo governo, che continua a perdere consensi. In un solo anno l’esecutivo ha infatti perso 10 punti percentuali, passando da un gradimento del 54% nel 2022 al 44% di quest’anno. Quindi un allineamento che si attesta, appunto, al 44%, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Ipsos per il Corriere della Sera.

In controtendenza Fratelli d’Italia che a continua a capitanare le classifiche dei partiti più graditi dagli italiani, ciò grazie soprattutto alla contrazione di consenso della Lega e di Forza Italia. Infatti, il partito della premier Giorgia Meloni ha registrato un incremento percentuale, passando dal 26% ottenuto alle elezioni politiche del 2022 all’attuale 29,3% rilevato dal sondaggio Ipsos, mentre nelle intenzioni di voto Forza Italia lascia sul terreno un 1,3% (passando dall’8,1 al 6,8%) e la Lega lo 0,8% (dall’8,8 all’8%) con la prospettiva che oltre il 70% dei suoi elettori sono pronti a prendere in considerazione di dare il consenso ad un altro partito. Oltre a Lega e Forza Italia perderebbero consensi anche gli ex partner del Terzo Polo (ora Azione e Italia Viva), che registrano un calo dell’1,1% (dal 7,8 al 6,7%).

Come sono cambiate le intenzioni di voto

Oltre a FdI, che si pone come punto di riferimento dell’intero centrodestra, guadagna consensi il Movimento 5 Stelle, passato dal 15,4% del 2022 al 17,2% di oggi, registrando un aumento nelle intenzioni di voto dell’1,8%.

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Il partito di Giuseppe Conte guadagna consensi tra operai e disoccupati

L’indagine sulle intenzioni di voto degli italiani svolta da Ipsos presenta un quadro senza evidenti o significativi cambiamenti. L’unico dato di un certo peso è quello di un allineamento degli elettori ai partiti di centro-destra, che confermerebbe FdI come partito più stabile. Una stabilità dimostrata proprio dal fatto che i punti guadagnati dal partito della premier derivino per la maggior parte dagli elettori di Lega, Forza Italia e Terzo Polo che hanno deciso di cambiare schieramento.

Questi cambi di orientamento simboleggiano l’instabilità dell’elettorato italiano. I “tradimenti” sono sempre dietro l’angolo, con un 62,1% degli elettori che stanno valutando se votare per un’altra forza politica, e il 42,2 % dell’elettorato che si considera ancora indeciso o intenzionato ad astenersi, come riporta l’Osservatorio Ipsos.

Chi non crede più in Giorgia Meloni

I 14 punti percentuali persi dalla premier pesano come un macigno. A pesare più di tutto sono le categorie che hanno iniziato a far perdere il loro consenso a Giorgia Meloni, le stesse che più di altri durante le elezioni avevano espresso fiducia il lei.

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Giorgia Meloni ha perso il consenso tra le categorie produttive

I ceti dirigenti, i lavoratori autonomi, gli impiegati, gli operai, insomma le categorie produttive, che per prime erano state il fondamento e la colonna portante della campagna elettorale di Giorgia Meloni, e che ora si sono scontrati con la realtà, per promesse che non è stato possibile mantenere. Il consenso è calato anche tra i ceti medio-alti e i laureati, delusi dalla linea portata avanti dalla premier e dal governo che, invece di perseguire ciò che aveva iniziato Draghi, non hanno saputo gestire in maniera efficacie i temi economici.

Il consenso per gli altri partiti

Eppure Fratelli d’Italia continua a guadagnare consensi, probabilmente per il semplice fatto che non esiste ancora un’alternativa valida che convinca gli italiani. Il Pd continua a mantenere una certa stabilità solo per l’estrema fedeltà dei suoi elettori, individuati principalmente tra i ceti alti, i laureati e gli studenti, mentre il Movimento 5 Stelle continua a puntare sulle classi sociali più basse e soprattutto tra gli operai e i disoccupati, in particolare quelli del Sud Italia.

Ceti sociali diversi che cercano un punto di riferimento, iniziando anche a guardarsi intorno ed a cercare qualcuno che ispiri più fiducia e che effettivamente agisca di più. Mancano ancora quattro anni alla fine del mandato del governo Meloni, eppure sembra che la campagna elettorale sia ancora aperta.

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