Paolo Graldi, una delle più grandi voci e personalità del giornalismo italiano, è venuto a mancare questa notte all’età di 81 anni. Ne ha dato l’annuncio il Messaggero, di cui è stato per tre anni direttore, con un lungo articolo commemorativo che ha ricordato l’impegno e il grande ruolo da lui ricoperto nella professione giornalistica.
Classe 1942, Paolo Graldi ha avuto una lunga carriera, iniziata come cronista giudiziario e inviato speciale e impegnata nella lotta alla mafia ed al terrorismo, tipici degli anni in cui è vissuto.
Chi era Paolo Graldi
Nato a Bologna il 27 maggio 1942, Paolo Graldi ha dato inizio alla sua carriera giornalistica in alcune testate locali, per poi lavorare prima a Paese Sera e poi come inviato e caporedattore al Corriere della Sera, fino a diventare capo dell’edizione romana del quotidiano. Si è occupato dei principali fatti di mafia e di terrorismo dell’epoca.
È stato vice direttore con Sergio Zavoli al Mattino di Napoli, collaborando anche nei programmi per la televisione “La notte della Repubblica” e “Viaggio intorno al mondo“. Diventerà nel 1994 direttore de Il Mattino e nel 2001 inizierà a condurre Il Messaggero, che lo ha ricordato con profondo affetto.
“Non è mai stato il giornalista tipico. Era umile, generoso, empatico“, lo descrivono così nella testata di cui è stato il direttore dal 2001. Grande organizzatore di cene, ma distante dal salottismo, che detestava. Un ottimo direttore, sempre attento ai bisogni dei suoi colleghi e sempre pronto alla battuta. “Difficile dividere l’uomo dal giornalista“, continua così la descrizione di Paolo Graldi. È stato il primo ad intervistare Alì Agca per la televisione e il primo ad intervistare Tommaso Buscetta per il Corriere della Sera.
L’impegno in televisione e in radio
Non solo giornalista della carta stampata, Paolo Graldi non ha mai nascosto la sua passione per la radio e la televisione. Ha diretto e condotto numerose trasmissioni radiofoniche per la Rai, ha partecipato a quasi tutte le trasmissioni di Enzo Biagi e firmato per Rai 1 l’inchiesta “ Io e il fumo, Io e il telefono, Io e il Cibo“, così come numerose inchieste per Scatola aperta.
Proprio per la sua idea dinamica del giornalismo e della vita, Paolo Graldi si è cimentato anche nella scrittura di sceneggiature per la televisione, sia per Rai che per La7. Per la Tv di Stato ha anche condotto “Parole in gioco” per ben tre anni.
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