Dopo l’America anche in Italia, dopo una lunga battaglia avviata da Gian Maria Volontè e l’approvazione da parte delle assemblee nazionali della piattaforma presentata dai sindacati degli attori nell’ottobre 2022, si è ottenuto per la prima volta un Contratto Collettivo Nazionale per attori.
L’obiettivo delle assemblee dei lavoratori, le quali dovranno sottoscrivere il contratto entro l’anno corrente, e dei sindacati è essenzialmente quello di “dotare il settore della produzione cine-audiovisiva di un Ccnl che regolamenti il lavoro di attrici e attori, valorizzandone la professione e garantendo loro tutele e garanzie. In particolare vengono individuate le forme contrattuali, i minimi salariali e le modalità operative con cui la prestazione si espleta”.
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Che cosa prevede il Contratto Collettivo di attori e attrici?
Il primo Contratto Collettivo nazionale per attori e attrici – firmato ieri da SIC-Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, da una delegazione di attori, dalle organizzazioni datoriali, dalla Associazione Nazionale industrie Cinematografiche Audiovisive, Apa e Ape – prevede, principalmente, le tutele per i salari minimi e per tutte le modalità lavorative degli attori. Sancisce inoltre l’istituzione di una rappresentanza sindacale e di un protocollo specifico, il quale deve entrare in vigore entro e non oltre il 1 marzo 2024, e prevede nuove regole di limitazione nell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale.
Grande importanza anche al tema “delle pari opportunità e della prevenzione della violenza di genere e della discriminazione per le persone LGBTQ+”. E verranno anche introdotte l’intimacy coordinator, figura preposta a “vigilare sulle scene di seduzione, effusioni, nudità e sesso, e altre figure volte all’assistenza sanitaria sul set.
Il CCnl sarà infine dotato di un sistema di monitoraggio che individui le criticità e le pratiche d’attuazione, in modo da poter eventualmente presentare modifiche o migliorie alla “successiva tornata contrattuale”.
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