Trump escluso dalle primarie Usa 2024: “Anche a Lincoln fu vietato candidarsi”

Il timore della vittoria di Trump alle presidenziali e della possibilità che decida di far uscire gli Usa dallo Nato, ha convinto il Congresso ad approvare una misura che vieta al Presidente di prendere tale decisione senza approvazione del Senato o del Congresso

Redazione
7 Min di lettura

L’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 non è ancora stato dimenticato dalla popolazione americana. Il timore che le idee e le esortazioni di Trump, intenzionato a correre nelle presidenziali 2024, possano mettere in pericolo la democrazia americana.

Oggi è giunta la decisione di uno degli stati a maggioranza democratica degli Stati Uniti, che ha deciso di prendere provvedimenti contro il candidato presidente: Trump non potrà candidarsi alle primarie in Colorado, poiché ha violato il 14esimo emendamento della Costituzione americana, incitando i suoi sostenitori ad attaccare il Congresso.

L’ultima volta che i democratici hanno impedito a qualcuno di candidarsi era il 1860, quando non vollero il nome di Abraham Lincoln negli stati schiavisti scrive Donald Trump sul social media Truth, attaccando la sentenza della Corte suprema del Colorado.

Trump: la sentenza della Corte Suprema

La Corte Suprema del Colorado che ha decretato che Donald Trump è ineleggibile nello Stato per il ruolo avuto nell’insurrezione del 6 gennaio. Di fatto, la Corte dovrà valutare – prima dell’inizio delle primarie – se applicare a Trump, la sezione 3 del 14esimo emendamento, ratificato nel 1868 per assicurare i diritti civili degli schiavi liberati.

Il direttore di Free Speech for People, Ron Fein afferma: “II pericolo di un ritorno di Trump ad un incarico pubblico è esattamente quello previsto dagli estensori della sezione 3“.

Come il Colorado potrebbe cambiare le elezioni presidenziali 2024

La vittoria di Trump in Colorado sarebbe stata ugualmente impossibile, proprio per la maggioranza democratica che caratterizza lo Stato. Eppure, il caso presentato da un gruppo di elettori del Colorado, coadiuvati dall’associazione Citizens for Responsibility and Ethics di Washington, potrebbe modificare lo status dell’ex presidente Usa.

Donald Trump
Donald Trump

La Corte suprema del Colorado ha deciso di sospendere la decisione fino al 4 gennaio, ovvero il giorno prima del termine ultimo per la presentazione delle liste per le primarie nello Stato. «Siamo consapevoli della portata e del peso delle domande che abbiamo di fronte. Siamo allo stesso modo consapevoli del nostro solenne dovere di applicare la legge, senza timore o favore, e senza lasciarci influenzare dalla reazione pubblica alle decisioni che la legge ci impone di prendere», hanno dichiarato in una nota i giudici della Corte Suprema del Colorado. 

Una decisione che finora è stata presa solo in due casi, il primo nel 1919, ma che ora minacciano gravemente la figura e soprattutto la candidatura di Trump. Il timore, infatti, è anche altri Stati possano voler adottare la stessa misura; già gli Stati del Minnesota e del Michigan hanno promosso casi simili, basati sul 14esimo emendamento, anche se per ora sono stati respinti.

Il 14esimo emendamento entra a far parte della Costituzione americana nel 1868, dopo la conclusione della guerra civile americana. Ad interessare la Corte suprema del Colorado non è però l’intera Legge, che si occupa di diritti di cittadinanza e di tutela delle leggi, ma la sezione terza che afferma che i funzionari pubblici che hanno giurato di sostenere la Costituzione sono banditi da futuri incarichi se coinvolti in una insurrezione o rivolta.

Nessun presidente potrà fare uscire gli Usa dalla Nato

Una decisione che mira a depotenziare il futuro Presidente, chiunque esso sia, per evitare che le sue decisioni possano ledere effettivamente al benessere della Nazione, anche in vista degli interessi internazionali.

L’iniziativa approvata dal Congresso è stata proposta dal senatore democratico Tim Kain e dal repubblicano Marco Rubio, che pur facendo parte dei due partiti concorrenti si sono trovati d’accordo sulla misura da presentare. Una proposta che proprio a causa della sua natura bipartisan dimostra il timore del governo americano della possibile uscita del Paese dalla Nato, minacciata da uno dei candidati alle elezioni presidenziali 2024.

Nessun accenno esplicito a Trump, eppure la proposta finora non era mai stata necessaria. La scusante potrebbe essere il conflitto russo-ucraino che ha reso vitale la presenza degli Usa nell’alleanza. “Dobbiamo garantire che stiamo proteggendo i nostri interessi nazionali e proteggendo la sicurezza dei nostri alleati democratici” ha, infatti, dichiarato il repubblicano Rubio.

Ma c’è anche ci ricorda come Trump nel 2000, anni prima del suo mandato presidenziale, invocasse l’uscita dalla Nato così da “risparmiare milioni di dollari ogni anno al nostro Paese. Il costo del mantenimento delle truppe Nato in Europa è enorme e chiaramente questi fondi potrebbero essere usati in modo migliore“.

La proposta è stata approvata al Senato con 87 voti favorevoli e 13 contrari, mentre alla Camera ha ottenuto 310 voti favorevoli e 118 contrari. Una votazione che ha dimostrato la necessità della misura e soprattutto il timore di chi ritiene la possibilità di un’uscita dalla Nato un pericolo per gli Usa.

Le accuse di Trump alla Nato

I timori del Congresso non sono infondati. Durante il suo precedente mandato Trump ha criticato pubblicamente innumerevoli volte la Nato, facendo pensare che le sue intenzioni per un futuro e plausibile mandato possano riguardare la decisione di allontanare gli alleati dall’Alleanza.

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Donald Trump

In particolare le accuse riguardavano i comportamenti degli alleati, che tendono a non rispettare gli impegni sulle spese di difesa, appoggiandosi sul sostegno degli Usa. Un comportamento che per il tycoon non è trascurabile e che mette in serio pericolo i bilanci del Paese. A sostenere l’ipotesi che l’ex presidente possa in qualche modo mettere in pericolo i rapporti tra gli Stati Uniti e la Nato c’è John Bolton, consigliere per la Sicurezza Nazionale nel governo Trump, che ha dichiarato: “in un secondo mandato, Trump sicuramente vorrà uscire dalla Nato”.

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John Bolton

A dare la conferma più importante, però, è lo stesso presidente Trump che sul sito della sua campagna elettorale ha affermato: “Abbiamo finito il processo iniziato sotto la mia amministrazione di rivalutare fondamentalmente l’obiettivo e la missione della Nato“. Una frase che non presagisce nulla di buono, ma che ora perde totalmente il suo valore, grazie alla nuova misura approvata dal Congresso Usa.

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