Violenza sulle donne, risultato storico: Senato stanzia 40 milioni

Un segnale importante arriva dalla politica. Secondo Raffaella Paita di Italia Viva, però, si sarebbe potuto fare di più: "Se la maggioranza avesse sentito il dovere di contribuire ora avremmo avuto 100 milioni"

Redazione
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Non solo parole e leggi. È un risultato storico quello raggiunto nella Manovra di bilancio: ora accanto alle proposte ci sono concretamente 40 milioni, somma nata dall’emendamento comune di tutte le opposizioni, da investire nella lotta contro la violenza sulle donne. È una vittoria di tutti, è l’investimento più cospicuo che sia mai stato fatto per aiutare le donne vittime di soprusi, un vero e proprio segnale di liberazione che arriva, finalmente, proprio da chi doveva occuparsene: la politica.

Gelmini di Azione: “Un segnale importante, ora tocca alle Regioni agire in fretta”

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Maria Stella Gelmini di Azione

La prima a firmare questo emendamento, lavorando sul piano con Marco Lombardo e Giusy Versace, è stata Maria Stella Gelmini di Azione: “I risultati sono arrivati. Abbiamo molte leggi per contrastare la violenza di genere ma sempre risorse molto scarse. Questa è una vittoria di tutti – continua – per un tema delicatissimo che spesso, in mancanza di soldi, è stato declinato dal volontariato o da professionisti che hanno offerto gratis il loro lavoro. Ora finalmente ci saranno anche i fondi. Un segnale importante” ha dichiarato Gelmini al Corriere della Sera. Inoltre, la stessa senatrice ha esortato il presidente della Conferenza Stato-Regioni ad agire velocemente, per far sì che “questi soldi vengano tutti spesi e arrivino dove devono arrivare”.

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Vicepresidente del M5S al Senato Alessandra Maiorino

Per la vicepresidente del M5S al Senato Alessandra Maiorino la rielaborazione unitaria degli emendamenti delle opposizioni è un vero e proprio successo e contiene una svolta metodologica nell’approccio alla violenza di genere: “La formazione è fondamentale. Per questo ritengo una svolta il piano sui percorsi che dovranno seguire gli uomini che commettono atti di violenza nei confronti delle donne. Quest’ultimi vanno a smontare tutta l’impalcatura propria della cultura del possesso e anche gli stereotipi di genere. La formazione risulta un punto chiave – conclude – specialmente quando assistiamo ad alcune sentenze che testimoniano l’incapacità di leggere la violenza da parte di chi se ne occupa” si legge sul Corriere della Sera.

Come saranno distribuiti i fondi per contrastare la violenza sulla donne

La somma totale dei fondi ammonta a 40 milioni. Di questi, 20 milioni saranno destinati alle case rifugio, 5 milioni ai centri antiviolenza e 3 milioni per la formazione del personale addetto ai lavori. Poi, altri 10 milioni sono investiti per il microcredito o reddito di libertà, in pratica un aiuto concreto da 6 mesi fino a quasi un anno. Un passo importantissimo per far sì che le donne vittime di violenza possano essere indipendenti sul piano economico. Infine, 4 milioni saranno affidati ai centri specializzati che si occupano del recupero degli uomini violenti.

Poi, c’è anche l’opportunità concessa ai datori di lavoro privati che assumono donne vittime di violenza, di non versare i contributi previdenziali fino a 8 mila euro per 12 mesi. Norma finanziata con 1,5 milioni nel 2024, 4 milioni nel 2025 e 5 milioni nel 2026.

Paita, Italia Viva: “Se la maggioranza avesse contribuito ora avremmo 100 milioni da utilizzare”

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Raffaella Paita di Italia Viva

Questa legge di bilancio aveva dimenticato totalmente il tema delle donne” ha rimarcato Raffaella Paita di Italia Viva, insoddisfatta per il lavoro portato avanti dal governo su questo tema. “Non voglio creare polemiche ma bisogna dirlo: se la maggioranza avesse sentito il dovere di contribuire, non solo con parole e slogan, adesso avremmo 100 milioni da utilizzare per la causa delle misure anti violenza” scrive su Il Riformista.

Con le altre forze di opposizione – continua a spiegare sullo stesso quotidiano Paita – le distanze su tanti argomenti restano siderali, ma quando si tratta di fare il bene del paese Italia Viva c’è sempre. Soprattutto di fronte alla pochezza della legge di bilancio che il governo si appresta ad approvare con l’ennesima fiducia: si erano dimenticati non solo delle donne, ma anche dei malati di Alzheimer e delle malattie rare. Ha dovuto rimediare Italia Viva con proposte serie su tutti questi temi a cui si sono unite le opposizioni”.

Per ora il risultato è una bella, e finalmente, concreto passo in avanti sul tema. Può darsi che da oggi, almeno su certi temi, in questo Pease leggi e le risorse potranno andare di pari passo.

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