Parole forti quelle espresse dalla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella ad Atreju. L’Istituzione continua la sua battaglia contro il gender accomunandola al patriarcato nel panel dal titolo “Il cuore della Nazione: prospettive per una nuova primavera della famiglia”.
Gender e patriarcato: le parole di Roccella
“In Italia il patriarcato esiste. Esiste in maniera feroce in grandissime parti del mondo. Io penso che nel mondo occidentale, libero, democratico, c’è stato un lungo cammino non del tutto concluso ma in cui siamo molto avanti. Ci sono però nuovi rischi. Non so se li possiamo chiamare patriarcali, non patriarcali, neo patriarcali. Ma certamente la questione del gender è una questione che nega l’identità femminile” afferma la ministra.
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La ministra Roccella sostiene che la teoria gender – fortemente sostenuta dalla comunità LGBTQ+ – neghi alle donne l’essere, appunto, donna. “Penso che le shwa, le filosofie gender, la negazione del fatto che si possa usare la parola ‘donna’, la negazione di essere donna sia una nuova forma di patriarcato. È un rischio – aggiunge – nei confronti della libertà delle donne di essere se stesse“.
Roccella: “A destra c’è l’attenzione per la libertà femminile”
La ministra si sofferma su più temi importanti a livello sociale, ma scalpita contro la comunità LGBTQ+. “Per me è importante che la nostra premier sia donna e di destra. Non è un caso che le grandi leader europee che ci sono state – dalla Merkel alla Thatcher – sono state sempre di destra. La verità è che a destra c’è un’attenzione per la libertà femminile: una donna di destra ha la libertà di affermarsi più che a sinistra“.
Natalità: la situazione in Italia
Roccella si sofferma anche sul tema della natalità. In Italia si fanno sempre meno figli a causa degli ostacoli alla libertà. “Si tratta di un problema culturale e anche economico. Il governo ha già previsto di agire sul piano normativo, e lo abbiamo fatto a partire dalla prima finanziaria, ma è qualcosa con cui dovremo confrontarci anche nei prossimi anni“. Si guardi ad esempio, l’Iva sui pannolini: quest’ultima è diminuita rispetto a al 22% che si applicava in precedenza. “Abbiamo apprezzato l’assegno unico e lo stiamo difendendo dalla procedura d’infrazione Ue: lo abbiamo implementato. Abbiamo fatto molto – conclude Roccella – e lo stiamo ancora facendo con questa finanziaria“.
Di fatto, l’operato dell’esecutivo pone al centro un pacchetto di misure che non sono abbastanza per sostenere le famiglie italiane. Come riporta l’Adnkronos, i ricercatori del Tortuga Think-tank conferma il declino delle nascite in Italia: “Il bonus asili nido, introdotto per supportare le famiglie con il secondo figlio, non assicura né efficacia né continuità. Con uno stanziamento di 240 milioni di euro, si copre solo il 7% dei bambini in età da asilo nido nel 2024“.
Nell’analisi dei ricercatori si legge: “Investendo i 240 milioni in copertura dei costi del personale per gli asili nido, si potrebbe ridurre la variabilità del servizio tra aree diverse, garantendo un impatto maggiore. Nonostante l’aumento dell’indennità per il congedo parentale, il ruolo dei padri rimane marginale, con solo dieci giorni di congedo paternità retribuito al 100%”.
Concia come Roccella: l’intervento ad Atreju
Dopo Roccella, l’ex parlamentare del Pd Anna Paola Concia è intervenuta alla festa di Fratelli d’Italia. Parlando di sé come la ‘donna del dialogo’, Concia ribadisce la sua battaglia contro le teorie gender “che cancellano le donne“. “Al di là del patriarcato e delle teorie gender, che possono essere parole teoriche, c’è la vita reale delle persone. La misura dello stare al mondo della donna non è la violenza: è un racconto pericoloso. L’obiettivo- conclude – è la libertà femminile e la denatalità si contrasta con le infrastrutture sociali, gli asili nido, e il welfare per le famiglie“.
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