Toni Negri, filosofo, docente e storico leader di Autonomia Operaia è venuto a mancare la notte scorsa a Parigi all’età di 90 anni, come annunciato dalla moglie Judit Revel. La notizia è stata confermata all’ansa da Oreste Scalzone, ex leader di Potere Operaio.
Un punto di riferimento per il marxismo operaista a partire dagli anni ’60 e tra i più importanti teorici di questo movimento, Toni Negri è stato tra i personaggi più complessi e controversi della storia politica del nostro Paese.
Toni Negri, i primi anni del fondatore di “Marsilio editori”
Toni Negri è nato a Padova nel 1933 ed ha mosso i primi passi della sua militanza politica nel Partito socialista. Se ne allontana alcuni anni dopo diventandone critico, per poi fondare il Movimento socialista indipendente e nel 1961 la casa editrice Marsilio, insieme a Paolo Ceccarelli, Giulio Felisari e Giorgio Tinazzi. È stato fondatore del mensile Quaderni rossi, da cui poi nascerà la rivista Classe operaia a cui aderirà come autore.
Nel 1973 fonda la rivista Controinformazione e il movimento Autonomia Operaia, di cui sarà leader fino al suo scioglimento sei anni dopo. Nel 1983 Negri viene eletto deputato con il Partito Radicale ma pochi mesi dopo la sua elezione è costretto a fuggire in Francia a causa del suo coinvolgimento nei processi del “7 aprile“ contro i membri ed i simpatizzanti di Autonomia Operaia. Verrà indicato come uno degli ideatori delle Brigate Rosse, colpevoli del rapimento di Aldo Moro, mentre il Autonomia Operaia sarà indiziata come il volto legale di una più complessa organizzazione occulta.
In Francia godrà della dottrina Mitterrand, che negava l’estradizione e concedeva asilo per i reati a sfondo politico. Rientrerà in Italia nel 1997 pronto a scontare la condanna definitiva a 12 anni di reclusione per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato. Solo due anni dopo gli viene però concessa la semilibertà e nel 2003 la libertà totale.
“Toni Negri cattivo maestro” secondo Alfredo Antoniozzi
“Dispiace che Toni Negri sia morto ma è stato un cattivo maestro in un’epoca drammatica. Un uomo certamente intelligente che avrebbe potuto mettere al servizio della democrazia il suo antagonismo sociale e che alla fine ha sfruttato le opportunità che gli concessero Marco Pannella e la dottrina Mitterrand -ha affermato il vicecapogruppo di FdI alla Camera Alfredo Antoniozzi- Le responsabilità maggiori di gente come Negri riguardano tanti giovani che si persero nella lotta armata andando ben oltre i recinti della democrazia“.
“Negri e altri intellettuali diedero un’impronta negativa anche sulla base di teorie che prevedevano l’abbattimento della società attraverso il superamento della meritocrazia. La loro sconfitta più pesante oltre ovviamente alle responsabilità penali di un periodo che vide troppe persone innocenti morire“, ha continuato Antoniozzi, lasciando trapelare chiaramente il suo pensiero sul personaggio rappresentato da Negri.
Meno duro è stato Luca Casarini, ex leader dei Centri sociali del Nordest, che ha così ricordato lo scomparso filosofo novantenne: “Ciao Toni, Maestro, Padre, Profeta. Hai attraversato il deserto. Ora c’è il mare. Ma resterai per sempre“.
Il commento di Gennaro Sangiuliano
Il ministro del Merito e della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha deciso di commentare le parole usate da Antoniozzi per descrivere il defunto Antonio Negri, mostrando anche lui una certa reticenza nei confronti del filosofo.
“Toni Negri fu un “cattivo maestro” perché, dopo il ’68, il passaggio dal movimentismo giovanile alla pagina buia degli anni di piombo, con il terrorismo di destra e di sinistra, causò tante vittime innocenti. In termini giuridici, poi, una cosa è l’espressione delle idee, un’altra è la pratica materiale della violenza. Ricordo inoltre che Toni Negri andò in Parlamento con i radicali, prima di rompere con Pannella. Certamente, Negri è stato un cattivo maestro, poi però bisogna valutare la sua vicenda in tutta la sua complessità“.
Un personaggio caratterizzato da lucei ed ombre, che comunque ha fatto parte e rimarrà parte della storia politica e movimentista del nostro Paese.
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