Mes, Di Maio in TV difende Conte e il proprio onore

Ad intervenire per difendere il proprio onore e quello di Conte, Luigi Di Maio a Piazzapulita su La7: "A Meloni dico che mettere in dubbio l'integrità delle istituzioni non fa mai bene a nessuno. Ma le do anche la mia solidarietà: quello che dice in Aula è smentito dallo stesso documento che porta come prova, il suo staff dovrebbe proteggerla di più"

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In questi giorni il dibattito sul Mes tra Giorgia Meloni e il Movimento 5 Stelle è infuocato. A riapparire in televisione e intervenire sulla vicenda anche Luigi Di Maio, che a quei tempi ricopriva l’incarico di Ministro degli Esteri, mentre oggi rappresenta l’Ue nel Golfo. L’ex ministro, sentendosi preso in causa, è pronto a difendere “l’onore con cui ha amministrato” e sostenere il leader Conte. Per tali ragioni ha preso parte alla trasmissione Piazzapulita, su La7, con un “appunto informativo” del 10 dicembre 2020 che fa riferimento all’accordo raggiunto in Eurogruppo il 30 novembre che stabiliva l’iter per il Mes.

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Luigi Di Maio

Di Maio: “A Meloni dico che mettere in dubbio l’integrità delle istituzioni non fa mai bene a nessuno

Chiariamo alcuni aspetti – inizia a spiegare Di Maio –la decisione politica era stata assunta da Conte già a dicembre, dopo un passaggio in Parlamento. Il documento che ha sventolato in Aula, un mandato all’ambasciatore, è un atto meramente formale. Nessun segreto, nessun complotto. A Meloni dico che mettere in dubbio l’integrità delle istituzioni non fa mai bene a nessuno. Ma le do anche la mia solidarietà: quello che dice in Aula è smentito dallo stesso documento che porta come prova, il suo staff dovrebbe proteggerla di più” si legge sul Corriere della Sera.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

Dopo il bell’assist di Di Maio, Conte torna ad attaccare la premier senza pietà e lo fa prendendo di mira un fedelissimo di Giorgia Meloni: il sottosegretario Giovan Battista Fazzolari, reo di averle consegnato le carte che le hanno creato imbarazzo. Conte poi insiste dandole apertamente della bugiarda: “La premier spera che di coprire tutta la verità con delle mosse portate avanti solo sul piano comunicativo. Ci ricordiamo che Meloni era nel governo che ha introdotto il Mes nel 2011? Ora, dopo aver fatto campagna elettorale contro, è all’angolo: finirà con approvare la ratifica delle modifiche per non scontentare il club di Bruxelles del quale vuole far parte. Tradirà i suoi elettori“.

Intanto ieri il dibattito sul Mes è slittato a martedì 19 dicembre, anche se la strada è che se ne riparlerà nel 2024. C’è gran confusione e per la prima volta vediamo una Meloni davvero in difficoltà: il suo staff sembra remarle contro. Sulla scena irrompe Di Maio, che da Bruxelles si collega con la trasmissione di La7 Piazzapulita e con il dovuto garbo istituzionale fa precisazioni tese a difendere il suo operato da Ministro degli Esteri.

Meloni al Senato
Meloni al Senato

L’unica tutela offerta alla Premier da parte dello stato maggiore di Fratelli d’Italia è quella di evitarle un dibattito pubblico sul Mes ad Atreju. Conte avrebbe voluto partecipare ma Francesco Filini (FdI) gli comunica che non è nella lista degli invitati. Non si sa quanto evitare il confronto sia un bene per la posizione di Meloni, ma sicuramente lo è evitare lo stress che il M5S le sta causando ultimamente.

Sul Mes Lega lascia aperto uno spiraglio: “Approvare il Mes non significa utilizzarlo”

A stupire tutti nella maggioranza e non sul Mes è la Lega: “Comunque approvare il Mes non significa utilizzarlo, ma il mio partito resta contrario“, spiega il capogruppo Molinari che fa sapere: “Stiamo ragionando su delle clausole di salvaguardia che diano al Parlamento un potere di controllo sul governo“. La questione però non giova alle Europee, neanche alle minoranze.

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