Manovra, lo sprint finale del governo ma FI insegue ancora Giorgetti sul Superbonus

Continuano le discussioni sulla Manovra finanziaria, la cui approvazione alla Camera potrebbe slittare al prossimo 29 dicembre

Redazione
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Il caos che da ieri mattina è scoppiato al Senato sulla Manovra non sembra volersi placare. Se il governo è riuscito a depositare il quarto ed ultimo emendamento, quello riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina, Forza Italia non accenna a retrocedere sulla richiesta di una proroga del Superbonus 110%. Giorgia Meloni ha ricordato in aula come il bonus ristrutturazione sia “un macigno sui conti pubblici, che ha garantito profitti record alle banche” ed ha anche portato con sé grandi truffe. Nonostante ciò, Guido Liris, relatore alla Legge di bilancio di FI, continua ad auspicare per una mini proroga a favore dei cittadini.

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Manovra, Salvini soddisfatto degli emendamenti

L’emendamento al Ponte sullo Stretto di Messina, fortemente voluto dalla Lega di Salvini, non ha cambiato granché se non a livello di dirottamento dei fondi, ma tali escamotage non sono piaciute troppo all’opposizione. Proprio a causa delle continue incomprensioni e dei continui scontri, non è ormai più credibile che la Legge venga approvata prima delle festività natalizie. Il nuovo pronostico dà come favorita la data del 29 dicembre, in cui anche la Camera potrà approvare la Manovra. Un vera e propria corsa contro il tempo che ha convinto i relatori a diminuire il numero di emendamenti da presentare, che saranno “soltanto” una trentina.

Guido Liris: ipotesi Superbonus “carica tutto” sul 2024″

Il senatore Guido Liris è fautore della proposta di un Superbonus in Manovra senza proroghe né oneri, quindi la questione del bonus ristrutturazioni non sembra ancora del tutto chiusa. Al momento non c’è nulla di certo, ma rimane “un’interlocuzione aperta” con il Mef sulla proposta che, come sottolinea Liris, “non è onerosa ma anzi è risparmiante sul 2024 perché carica tutto sul 2023, che è già coperto“.

C’è “un interlocuzione in attotra maggioranza e Governo e nel caso in cui fosse approvata rientrerebbe nel decreto legge Milleproroghe che nella Manovra. L’ipotesi, quindi, rientra nel Sal (stato avanzamento lavori) straordinario da presentare nella prima metà di gennaio 2024, che certifichi i lavori realizzati al 31 dicembre 2023.

Guido Liris: “Possibilità di altri emendamenti ma solo se condivisi da maggioranza e opposizione”

Il senatore Guido Liris di Fratelli d’Italia, uno dei relatori della Legge di Bilancio, ha commentato la questione emendamenti sulla Manovra, sottolineando come vi sia la possibilità di presentarne più dei trenta preventivati, ma solo ad alcune condizioni. “C’è la possibilità di presentare altri emendamenti, ma solo ed esclusivamente se saranno condivisi da tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione“, ha così dichiarato il senatore.

Manovra, lo scoglio del Superbonus non si riesce a superare

Forza Italia non vuole mollare la sua preda e prosegue con la rincorsa del ministro Giorgetti per ottenere una proroga sul Superbonus 110% da inserire nella Manovra. Una richiesta che alzerebbe i costi del Bilancio Finanziario e che perciò non piace per niente al Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’obiettivo degli azzurri è ottenere una proroga brevissima che permetta ai condomini interessati di preparare e presentare i documenti necessari a dimostrare l’avanzamento dei lavori. Per ora Giorgetti non sembra smuoversi dalla sua posizione, ma il capogruppo Barelli ancora spera in un ravvedimento: “Ai cittadini che hanno onestamente utilizzato questo strumento serve qualche mese per poter completare le opere“.

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Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti

La proroga richiesta da Forza Italia, infatti, vedrebbe come data di termine per la presentazione dei documenti, il 10 gennaio. Antonio Tajani cerca di rassicurare di fronte al no secco di Giorgetti: “Ne riparleremo, c’è anche il Milleproroghe“. Anche Liris si trova d’accordo con Tajani: “La discussione non è ancora morta“. Chi invece la ritiene tale, è proprio il ministro Giorgetti che già ieri mattina ha rilasciato una nota in cui conferma: “Non ci sarà alcuna proroga del Superbonus”, per poi ribadire in serata “la manovra è seria, frutto di una politica di bilancio seria, come ha detto la presidente del Consiglio. Quindi niente proroga del Superbonus”.

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Il senatore Guido Liris

Barelli, capogruppo di Forza Italia, ha tentato di analizzare il divieto di Giorgetti e l’ostilità del Mef sottolineando che il divieto è la conseguenza diretta degli illeciti che si sono verificati a causa del poco controllo operato sui fondi del Superbonus: “È ovvio che dica di no, Giorgetti fa il ministro dell’Economia, noi pensiamo che vada perseguito in modo duro chi ha abusato di questo strumento e addirittura ha truffato lo Stato. Ma al contempo riteniamo che i cittadini e le aziende che ora sono in difficoltà debbano poter avere una proroga, seppur contenuta del Superbonus“.

Nonostante tali belle parole, l’inseguimenti messo in atto da Barelli nei confronti di Giorgetti, dopo che ha lasciato l’aula, non si è rivelato utile. D’altronde lo stesso Presidente del Consiglio, la pensa come Giorgetti: “superbuffi, frodi clamorose, solo nelle ultime settimane ne sono state scoperte quasi un miliardo, risorse tolte a sanità, trasporti, famiglie e tutto quello che poteva essere più utile”.

Manovra, i fondi per il Ponte sullo Stretto non si toccano

Chi esce vincitore da questa prima presentazione della Manovra è la Lega, col suo capogruppo Salvini, che hanno visto rimanere invariati gli 11,6 miliardi di euro stanziati per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il quarto ed ultimo emendamento del governo, infatti, ha riguardato una rimodulazione della spesa dell’intero piano d’opera fino al 2032, ma non il totale dei fondi erogati.

In poche parole gli 11,6 miliardi non si toccano, ma 1,6 miliardi di quella stessa somma verranno recuperati attingendo alla quota del fondo sviluppo e coesione destinata a Calabria e Sicilia ed altri 718 milioni dalla quota del fondo destinato alle amministrazioni centrali, alleggerendo così le spese sostenute dallo Stato. Francesco Boccia, capogruppo dem, non è però soddisfatto del dirottamento dei fondi, che sarebbero dovuti servire a coprire i progetti del Pnrr: “Siamo ai carrarmati di Mussolini, ma non ci facciamo prendere in giro“.

Il governo, proprio per questo, auspica che nei prossimi anni sia possibile individuare nuove forme di finanziamento, anche tramite la partecipazione attiva del ministero delle Infrastrutture che entro il mese di giugno di ogni anno dovrà presentare un’informativa sulle iniziative per il reperimento di ulteriori risorse al Cipess.

L’entusiasmo della Lega è palpabile e lo si evince direttamente dalle parole di Riccardo Molinari: “Questa è una manovra che mette da parte la logica dei bonus che tanto hanno fatto, investe sulle categorie sociali più deboli, sulla sanità e sul taglio delle tasse“, sottolineando anche in questo caso il fiasco del Superbonus. Nel quarto emendamento del governo si parla anche di 475 milioni in tre anni stanziati alle Ferrovie per la realizzazione del Terzo Valico, inserito tra gli interventi anche per il Pnrr.

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