A Napoli la “pizzeria degli orrori”: presentate le pizze con serpenti e zebre

A Napoli da oggi fino a sabato è possibile osservare le pizze tipiche degli altri Paesi, con abbinamenti che fanno rimpiangere la pizza con l'ananas

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Chi avrebbe mai detto che un giorno avremmo rimpianto la pizza con l’ananas? Eppure oggi a Napoli Coldiretti ha aperto la “Pizzeria degli orrori, uno stand in cui sono presentate le varianti mostruose della vera pizza napoletana che si possono trovare nei cinque continenti del nostro mondo.

Pizze con abbinamenti da voltastomaco, diventati piatti tipici delle località da cui provengono e che per questo meritano di essere conosciute. Coldiretti ha quindi deciso di dedicare loro un’intera parte del Villaggio di Natale che si svolgerà in piazza Municipio a Napoli a partire da oggi, 7 dicembre, fino a sabato 9 dicembre. Una celebrazione della tradizione italiana della pizza che è stata inaugurata proprio dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, orgoglioso di poter mostrare le molteplici variazioni del Made in Italy che si possono trovare nel mondo.

Napoli, la “pizzeria degli orrori” è l’incubo di ogni italiano

Lo stand delle pizze straniere ha destato più di qualche urlo e conato, per via della scelta di alcuni strani ingredienti. Sono molti i curiosi che hanno osservato decina di pizze messe in mostra su una tovaglia rossa, ognuna con un cartellino che indica il Paese di provenienza, ma nessuno è sembrato intenzionato ad assaggiarle.

serpente

Molto probabilmente sarà per timore del serpente, l’ingrediente principale di una di esse. La pizza rettiliana è una rivisitazione tradizionale di Hong Kong, dove è tipico e anche di buon auspicio mangiare i serpenti, soprattutto durante il periodo autunnale in cui sono più grassi.

A battersi per stranezza con la pizza di Hong Kong, è quella sudafricana condita con carne di zebra, tagliata a cubetti e lasciata cadere su una semplice base rossa. Continua poi la presentazione degli orrori con quella svedese a base di uova sode e baccalà, pollo e parmigiano tipica dei nostri amici americani e la pizza kebab olandese.

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La pizza al kebab olandese

Insomma, non c’è pace per l’impasto che dal 2017 è patrimonio dell’Unesco e che, ogni giorno, viene malamente bistrattato da Paesi che non ne riconoscono la semplicità del gusto.

Gli italiani e le disavventure nelle pizzerie all’estero

Gli italiani sono un popolo geloso e nostalgico e su questo non ci sono dubbi, così come sulla certezza che ognuno di noi si è imbattuto almeno una volta nella vita in una pizzeria di uno Stato straniero. Un’esperienza spesso da incubo che però fa parte della vera cultura culinaria italiana, quella che prevede la critica di tutto ciò che gli altri sanno fare peggio di noi.

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La pizza pollo e parmesan americana

A dimostrarlo anche un rapporto Coldiretti/Ipsos che si è occupato proprio delle recensioni delle pizzerie estere da parte di cittadini italiani. Il 14% degli intervistati ha dichiarato di essere rimasto molto deluso dall’esperienza, in particolare a causa della qualità scadente dell’impasto, per il sapore e per gli ingredienti utilizzati. Un dato che non sorprende, soprattutto dopo aver preso conoscenza del banche dell’orrore organizzato da Coldiretti.

Un 20% degli intervistati, però, si è anche detto abbastanza soddisfatto dell’esperienza, soprattutto in considerazione della difficoltà di replicare una ricetta non tipica del proprio Paese.

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