Billie Eilish: “Sono gay ovviamente”, ma per i suoi fan non era ovvio per nulla

La popstar simbolo della gen Z lascia tutti a bocca aperta con la sua rivelazione e c'è addirittura chi l'accusa di queer baiting

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Non volevo far sapere a tutti che mi piacciono le ragazze, pensavo fosse scontato, che non c’era nulla da spiegare, ma è stato emozionante lo stesso visto le reazioni del pubblicoha dichiarato la famosa cantante Billie Eilish dopo aver fatto, inconsapevolmente, coming out in un’intervista su Variety Magazine.

Sono queste la parole pronunciate dall’icona della Gen Z durante l’evento Variety Hitmakers, quando ha commentato l’intervista rilasciata a novembre allo stesso giornale, in cui per aveva ammesso per la prima volta di essere attratta sessualmente dalle donne. “Mi sembra molto strano tutto questo clamore intorno alla mia vita sentimentale. Sono serena con me stessa e non l’ho mai nascosto, anzi, l’ho sempre ammesso senza costrizioni. Ero convinta che i miei fan lo dessero per scontato” ha spiegato Billie Eilish.

Billie Eilish “attratta e intimorita” dalle donne

E’ stata sempre una cantante controversa, nascosta dietro ai suoi vestiti larghi e alla sua personalità magnetica e malinconica. Infatti, anche a proposito del suo rapporto con le donne, Billie Eilish svela alla rivista il suo lato timoroso: “Non ho mai avuto la sensazione di essere compresa dalle ragazze. Sono sempre stata attratta dalle donne ma allo stesso tempo intimorita dalla loro bellezza e presenza”.

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Billie Eilish @X

Le adoro così tanto. Le adoro in quanto persone. Sono attratta da lorocontinua la cantante – in quanto persone. Sono attratta da loro sul serio. Ho connessioni profonde con le donne nella mia vita, con le amiche nella mia vita, con la famiglia nella mia vita. Sono fisicamente attratta da loro“.

Le accuse di queer baiting

Queste dichiarazioni, però, hanno fatto sì che nei confronti della cantante scattasse l’accusata di “queer baiting”, termine utilizzato per le persone che si dichiarano omosessuali, fluide, queer, solo per ottenere supporto e attenzione dai fan e dalla comunità LGBTQ+. Questa parola è di origine anglofona e il termine”bait” tradotto vuol dire letteralmente “adescare”, ovvero far abboccare il pubblico queer e allo stesso tempo non indignare con comportamenti espliciti l’audience più conservatrice.

I casi di queer baiting sul grande e piccolo schermo sono moltissimi. Ad esempio la chimica omosessuale non confermata (ma nemmeno mai smentita) tra Holmes e Watson in Sherlock, oppure la Rowling che specula sull’omosessualità di Silente. Uno spettacolo emblematico tutto italiano è stato quello andato in scena nel 2021 sul palco dell’Ariston, a Sanremo: il bacio tra Achille Lauro e Boss Doms. Un vero e proprio caso di “queer baiting”.

Il problema e l’accusa da parte della comunità LGBTQ+ nei confronti delle star è quella di farsi pubblicità a scapito delle vere battaglie portate avanti per far valere i propri diritti. Quello che secca parecchio la comunità è proprio questa strategia opportunistica, che porta gli artisti a sfruttare le persone LGBTQ+ senza includere apertamente storie o persone della community.

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Billie Eilish @X

Su queste accuse, comunque, la cantante Billie mette una pietra sopra con un messaggio di poche parole: “Perché non possiamo semplicemente esistere?

La premiazione agli Hitmakers

Billie Eilish, ad ogni modo, è sempre stata, fin dai suoi esordi, una cantante amatissima e soprattutto ascoltatissima. E’ stata premiata agli Hitmakers per la canzone dell’anno in un film insieme al fratello Finneas grazie a What Was I Made For, inclusa nella colonna sonora di Barbie. In questa occasione la cantante ha anche parlato del rapporto controverso con il suo corpo e di aver percepito come strano e sconvolgente l’interesse verso la sua vita sentimentale.

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Billie Eilish @X

Non volevo che le persone mi vedessero, guardassero il mio corpo – ha spiegato Billie – Non ero abbastanza forte per mostrarlo. Se lo avessi fatto all’epoca sarei stata devastata dai commenti delle persone. Non mi sono mai sentita come una donna, ad essere onesta. Non mi sono mai sentita desiderabile, femminile. Devo convincermi che sono una ragazza carina. Mi identifico come “She/Her” (Lei/Essa, pronomi identificativi dell’identità di genere)’ ma non mi sono mai sentita davvero come una ragazza“.

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