Renzi ne ha una per tutti: il governo ‘zavorra’ di una Meloni ‘Cenerentola’

La riforma sulla Giustizia approvata ieri dal Consiglio dei ministri e, in aggiunta, l'amara sconfitta di Roma per l'Expo 2030, hanno dato il 'la' a Renzi per ribadire la sua posizione in merito all'operato dell'esecutivo

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Renzi ci va giù duro. I suoi appelli non risparmiano nessuno: dalla premier Giorgia Meloni al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sino al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

La riforma sulla Giustizia approvata ieri dal Consiglio dei ministri e, in aggiunta, l’amara sconfitta di Roma per l’Expo 2030, hanno dato il ‘la’ al leader di Italia Viva Matteo Renzi per ribadire la sua posizione in merito all’operato dell’esecutivo e non solo. “Noi siamo disponibili a collaborare. Ma tutto è fermo da troppo tempo e adesso l’impressione dell’ex premier è che Meloni ha paura” afferma.

Renzi: l’appello alla Meloni

La prima ad essere nel mirino del leader di Italia Viva nell’intervista a La Stampa dell’ex premier è proprio la premier Meloni. “Mi chiedo che senso abbia una premier che prima annuncia la riforma della giustizia e poi sconfessa il suo ministro inchinandosi alle correnti e ai pm. Mi ero accorto di un certo nervosismo di Meloni, giovedì in Senato, ma adesso è evidente che a Palazzo Chigi serpeggia qualcosa che non va. Il tempo è galantuomo, capiremo meglio nei prossimi mesi” dichiara.

Matteo Renzi e Giorgia Meloni sullo schermo
Renzi e l’appello alla Meloni

Il nervosismo di Renzi è palpabile. Il senatore definisce la Meloni come una premier che gioca a fare la ‘Cenerentola’ che lavora mentre tutti quelli che le sono intorno le remano contro. Un tipo di narrazione che stanca – a sua detta – ma che comunque ha avuto un riscontro positivo nel suo primo anno al governo. “Giorgia sa scrivere post e tweet fantastici, ma non riesce a scrivere i decreti, le leggi, le riforme. Per essere una statista devi fare le riforme, altrimenti sei solo una influencer. Vediamo come deciderà di ripartire dopo Natale“.

Renzi e la Giustizia che convince… non del tutto

Ed ecco che si ritorna al piano della Giustizia. Un tema caldo, certo, ma che nasconde insidie a cominciare dalla stessa riforma. Renzi si dice pronto a collaborare sulla questione ma manca la sostanza: “Tutte le cose che Nordio diceva prima di essere ministro erano ampiamente condivisibili, ma nessuna di queste sta diventando realtà. Lui è un galantuomo ed è una persona straordinaria. La squadra di governo, invece, è una zavorra per tutti“.

Il ministro della Giustizia, Nordio
Il ministro della Giustizia, Nordio

La riforma Cartabia non convince Renzi, tanto da aver optato all’astensione. Il dl sancisce anche lo stop dei test psicoattitudinali d’ingresso alla magistratura: “Ci sta. È previsto per altre categorie di funzionari pubblici. E se parla con molti magistrati sono i primi a dirti: introduciamolo anche per i colleghi. Ma vedendo come si muovono in queste ore nei palazzi della politica le dico che il test psicoattitudinale non serve solo ai magistrati” tuona.

Expo 2030, Renzi: “Caporetto diplomatica di Roma”

Ieri, a Parigi si è deciso per l’Expo 2030 con la medaglia di bronzo per Roma. La vittoria dell’Arabia Saudita non sorprende Renzi: “Quel Paese sta vivendo una trasformazione impressionante e per come li conosco so che siamo solo all’inizio. Non mi stupisce il trionfo di Riad“.

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EXPO 2030, il verdetto a Parigi

Il leader di Italia Viva si dice “sconvolto per la Caporetto diplomatica di Roma”. “La Farnesina ha fatto una figuraccia che non merita. Forse Tajani dovrebbe seguire qualche dossier anziché vivere in campagna elettorale permanente. Penso sia chiaro a tutti che Meloni non ha alcun peso nelle dinamiche internazionali. Arrivare terzi con 17 voti significa fare la figuraccia diplomatica più meschina della nostra storia recente. Quanto a Roma, fossi in Gualtieri, mi darei una smossa: la città non va, è tempo di cambiare. Spero che la sconfitta dell’Expo serva a invertire la rotta“.

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