Venerdì 24 e sabato 25 si sono svolti a Bologna gli “Stati Generali della Ripartenza“. Una due giorni che ha visto istituzioni, imprese e società apportare al dibattito valutazioni e idee finalizzate al recupero di uno spirito unitario e ad un comune sforzo per far ripartire il nostro Paese.
Ministri, politici e manager si sono confrontati su questioni quali la sicurezza, le infrastrutture, la scuola e l’ambiente, con sullo sfondo il grande protagonista della kermesse: i fondi del Pnrr, con al centro il tema della riconversione e dell’innovazione del Paese, data l’importanza degli investimenti.
Un parterre di prima grandezza al quale hanno dato la loro adesione figure istituzionali come il Vice Presidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulè, e i ministri Nordio, Piantedosi e Fitto. Per la politica presenti Giuseppe Conte e i padroni di casa Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Stefano Bonaccini presidente della Regione Emilia-Romagna. E poi tanti manager di prima grandezza, il presidente del comitato d’indirizzo dell’Osservatorio Riparte l’Italia Luigi Balestra e il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli.
Si sono rese protagoniste a Bologna una imponente rappresentanza di menti: 16 panel e 80 relatori. E in un quadro dove il convitato principale era il Pnrr, le voci più attese erano quelle del Presidente della Corte dei conti Tommaso Miele e del Vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio Marco Villani. I due, entrambi magistrati della Corte dei conti, hanno messo un punto fermo sulla gestione dei fondi del Pnrr.
Presidente della Corte dei conti Tommaso Miele: Pnrr, recuperate le criticità, opportuna la rimodulazione
Al tavolo del dialogo con il ministro Raffaele Fitto, che aveva per tema “PNRR e cambiamento del volto del Paese: quali i grandi obiettivi?”, tra gli interlocutori il Presidente della Corte dei conti Tommaso Miele. Il quale ha tenuto a sottolineare come “Sono state recuperate le criticità registrate nei primi anni del Pnrr, i grandi ritardi e anche gli errori fatti ed è quantomai opportuna la rimodulazione”.
Miele ha anche rimarcato la necessità di remare tutti dalla stessa parte e, richiamandosi al presidente Sergio Mattarella, ha ricordato come qualche mese fa lo stesso sollecitava tutti a mettersi dietro alle stanghe per spingere il carretto. Oggi, ha detto il presidente della Corte dei conti, “dobbiamo metterci tutti dietro la stanga e spingere perché il Paese raggiunga gli obiettivi prefissati”. Tutti, ma proprio tutti “svolgendo un ruolo di collaborazione con le amministrazioni pubbliche”.
Villani, Pnrr la UE ha approvato la rimodulazione
Per Marco Villani, Vicesegretario generale di Palazzo Chigi, l’Unione europea ha premiato la serietà e la capacità del Governo, che ha dato prova di competenza e serietà. Questa la risposta di Villani a chi nei giorni scorsi aveva tacciato il Governo di incapacità e scarsa attenzione al rispetto delle regole per l’utilizzo dei fondi del Pnrr.
Presente al tavolo che trattava il tema La realizzazione delle grandi infrastrutture, il magistrato ha tenuto a sottolineare come dalla lettura delle agenzie di stampa si fosse voltata pagina: “si è cambiato capitolo, perché la Comunità Europea ha approvato la ricostruzione del piano fatta dal governo e dal ministro Fitto, tanto che ha pagato la terza rata.”.
Villani aveva anticipato alle agenzie, prima del suo intervento agli Stati generali di Riparte Italia, che il ministro Raffaele Fitto non solo aveva incassato il placet dell’Europa, ma voleva ottenere anche che la quarta rata fosse pagata all’Italia entro l’anno. “Il Pnrr – aggiunge VILLANI – sconta una scelta d’origine, che è stata quella di fare una scommessa in termini molto importanti. L’Italia ha chiesto il massimo, ma in gran parte è a debito”.
Nonostante ciò siamo riusciti a dimostrare all’Unione europea che siamo stati prima capaci di rivedere “una scommessa all’inizio molto grande, poi ridisegnata da Mario Draghi” e poi in grado di scommettere sulla rimodulazione degli appostamenti perché “quello che è stato tagliato doveva essere tagliato” . Il Vicesegretario generale di Palazzo Chigi ha precisato che la Corte dei conti un anno fa bocciò i dati relativi al Pnrr, ma che “nel frattempo lo scenario è radicalmente cambiato”.
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