Casini tuona contro l’abolizione del Decreto Crescita: “Il calcio necessità di comprensione e sostegno”

Il presidente della Lega Serie A chiede riflessioni al Governo: “Valutiamone tutti gli effetti”. Sulle infrastrutture: “Problema della Serie A a cui le istituzioni politiche devono garantire risposte”

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Durante l’appuntamento annuale del Social Football Summit, Lorenzo Casini, presidente della Lega di Serie A, ha tuonato contro le istituzioni politiche, che nelle scorse settimane avevano annunciato il piano per l’abolizione del Decreto Crescita.

Le polemiche di Casini

Il tema, già affrontato con toni preoccupati dal Milan attraverso la persona del CEO, Giorgio Furlani, ha suscitato parecchie polemiche in ambito calcistico, con la Lega Serie A che ha preso posizione proprio in queste ore.

Casini, infatti, non ha mancato di sottolineare: “Il quadro normativo deve sostenere la Serie A, non è il momento di abolire il Decreto Crescita, capiamo innanzitutto quanto abbia influito – ha poi proseguito – le istituzioni devono prendere coscienza dell’indotto calcistico e del suo peso, pensare di tagliargli le gambe in questo modo mi sembra quantomeno superficiale”.

Sul tema delle scommesse, inoltre, non ha mancato di offrire un’analisi lucida e pacata: “Serve buonsenso, il calcio produce attraverso le scommesse oltre un miliardo di euro che viene pagato allo Stato, ridurre tutto a una demonizzazione generale mi sembra sbagliato”.

La rabbia di Casini

In ambito infrastrutture, con la polemica sul rinnovamento degli stadi in vista degli Europei del 2032, Casini ha chiarito: “Quello delle strutture è un problema della Serie A ma non è colpa della Serie A. La deresponsabilizzazione delle autorità istituzionali ci fa rabbia perché è inaccettabile, nessuno nega le colpe delle società che negli anni ‘90 potevano investire in questo settore avendone le possibilità, ma oggi vediamo dei rallentamenti burocratici che impediscono a società ambiziose come Milan e Inter di procedere nella direzione auspicata”.

Chiosa finale, attraverso la quale ha chiuso il suo intervento, sui Diritti TV nei confronti dei quali Casini si è detto ottimista: “La negoziazione è stata piuttosto articolata, ma abbiamo tenuto in piedi un settore che aveva necessità di stabilità. Sull’estero possiamo lavorare meglio, in ambito nazionale era complicato fare di più”.

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