Dopo la febbre estiva che ha toccato temperature fuori dalla norma, la situazione per i ghiacciai svizzeri del Ticino, al confine con la penisola, è davvero preoccupante. Il disperato allarme arriva direttamente dal Dipartimento per il territorio di Bellinzona che ha stimato come i ghiacciai del Ticino si estingueranno tra 5 o al massimo 10 anni. A far presagire lo scioglimento completo dell’imponente blocco di ghiaccio sono le misurazioni annuali del Basodino, Valleggia, Bresciana (Adula) e Corno effettuate a settembre scorso.
Le caldissime temperature autunnali
Ad aver accelerato il precoce scioglimento dei ghiacciai del Ticino non sarebbero state le temperature estive, bensì, puntualizzano gli esperti in una nota del Dipartimento del territorio di Bellinzona: “La canicola ben oltre la metà d’agosto, seguita al caldo prolungato nei mesi di settembre e ottobre, ha fatto registrare un aumento della fusione tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno“. Inizialmente sembrava che lo scioglimento sarebbe stato più lento rispetto a quello registrato nel 2022, ma un autunno imprevedibile ha ulteriormente precarizzato la vita del ghiacciaio.
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“Se ci saranno anni sfavorevoli come il 2022 e il 2023, dove abbiamo registrato una perdita di volume dei ghiacciai svizzeri del 10%, nei prossimi 5-10 anni il territorio del Ticino sarà ricoperto solamente da alcune placche di ghiaccio isolate” ha spiegato il Dipartimento a proposito del futuro delle imponente opera di ghiaccio naturale.
Anche se il disgelo dei ghiacciai è un fenomeno naturale e che si verifica da almeno 20mila anni il problema è che questa volta interessa lo stadio più arretrato dei ghiacci.
Addio agli sport invernali sul Ticino
Il problema dello scioglimento dei ghiacciai del Ticino non riguarda solo l’aspetto paesaggistico ed ambientale, ma soprattutto l’aspetto turistico. Il cantone ospita circa 120 chilometri di piste e una serie di comprensori sciistici, amatissimi dagli appassionati di sport invernali, molti dei quali si avventurano a oltre 2mila metri di altitudine. Se si verificassero nuovamente le elevate temperature autunnali del 2022 e del 2023 si potrebbe dover dire addio a tutto il turismo “bianco”, un grande impatto negativo per la Regione.
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