Priverno, il racconto della 30enne violentata: “Ho sopportato il freddo nuda tra le spine per 6 ore”

Il racconto agghiacciante di una ragazza di 30 anni di Priverno violentata dopo aver accettato un passaggio per tornare a casa e rimasta al freddo per ore sfuggire dal suo aguzzino

Redazione
5 Min di lettura

 “Ricordo le sue urla, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa. Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare”. È il racconto agghiacciante di una ragazza di 30 anni di Priverno violentata dopo aver accettato un passaggio per tornare a casa e rimasta al freddo per ore sfuggire dal suo aguzzino.

Dopo l’arresto dello stupratore, la donna ha raccontato sui social l’incubo vissuto. “Lui era un semplice conoscente – spiega la 30enne di Priverno – avevo fretta di tornare a casa da mia figlia ed ho accettato il passaggio, sbagliando. Ma – si chiede – e quindi è giusto aver subito tutto ciò? Le sue urla, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa… Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare”.

La ragazza di Priverno: “Ho sopportato il freddo per ore pur di tornare da mia figlia”

Ho sopportato il freddo nuda 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare – continua la donna – perché lui mi ha cercata per ore. Quando ha smesso di cercarmi, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più (intorpidito dal freddo e dallo shock), pur di trovare un’uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando al buio pesto. Sapete cosa mi ha spinto? La voglia di tornare da mia figlia, la mia unica ragione di vita”.

Fortunatamente la donna è stata notata da un passante in mezzo alla strada. Era nuda e sporca di terra.

Immediatamente è stata soccorsa e portata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove ha raccontato l’aberrante accaduto. Dunque i carabinieri hanno subito individuato il responsabile dello stupro, un 22enne di origini maghrebine che vive a Priverno anche se non ha una dimora stabile. Ora è in carcere con l’accusa di stupro.

Sono stata bloccata lì, per sei interminabili ore – racconta la donna – ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarebbe andato tutto bene – afferma la donna. Il corpo completamente ricoperto di ferite “ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una mamma” – spiega la 30enne, che riferendosi al suo aggressore, afferma: “Non ti farò vincere nemmeno un giorno in più regalandosi la mia tristezza e il mio dolore”.

Secondo quanto ricostruito “lo stupratore ha portato la ragazza in una zona isolata di Priverno, ha fermato il motorino in una zona isolata, l’ha trascinata in un edificio abbandonato, lì l’ha stuprata.

Dopo essere riuscita a fuggire, la giovane ha passato sei ore al freddo, nuda, prima di essere soccorsa da un uomo di passaggio che l’ha accompagnata prima in ospedale e poi dai carabinieri per deporre la denuncia.

Priverno, lo stupratore ha negato le accuse

Il 22enne ha negato le accuse, raccontando una versione opposta, ma il giudice ha convalidato l’arresto lasciandolo in carcere.

Ieri mattina come il riporta il Messaggero ha risposto alle domande del gip Mario La Rosa, alla presenza dell’avvocato difensore Guerrino Maestri. Il ragazzo ha sostenuto che lui e la vittima si stavano frequentando da circa 20 giorni, e che quella sera lui era uscito di casa per andare al bar lasciando la ragazza nell’abitazione. E poi, quando era tornato, lei non era più in casa. Una racconto che non ha convinto il giudice che ha confermato la custodia in carcere così come richiesto dalla pm della Procura di Latina, Daria Monsurrò, che si sta occupando del caso

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo