Centinaia di persone sono scese ieri in piazza a Potenza per protestare contro la riapertura della Santissima Trinità, la Chiesa dove il 17 marzo 2010 venne ritrovato, nel sottotetto, il corpo di Elisa Claps, la 16enne uccisa il 12 settembre 1993 da Danilo Restivo.
La chiesa riaperta per volere della diocesi, Gildo Claps “Hanno agito furtivamente, come ladri”
La decisione di riaprire la chiesa della Santissima Trinità era stata annunciata lo scorso 24 agosto. A renderne nota la riapertura era stata la stessa diocesi, dichiarando che si sarebbe seguito l’indirizzo dettato da Papa Francesco. Ovvero rendere la Chiesa “un luogo di preghiera silenziosa, d’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”.
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Inoltre era stato anche spiegato come uno degli obiettivi principali della riapertura della Trinità fosse quello di “avviare un cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità potentina, segnata da una ferita indelebile”.
La notizia della riapertura non era stata però accolta positivamente dalla famiglia Claps. In quella stessa Chiesa d’altronde Elisa era stata uccisa a soli 16 anni e il suo corpo vi era stato nascosto, nel sottotetto, per oltre 17 anni tra l’omertà di chi conosceva la verità già da tempo.
Era stato Gildo Claps, fratello maggiore di Elisa, ad esporsi immediatamente sulla questione dichiarando “Hanno agito furtivamente, come ladri: non ne sono sorpreso perché sono stati ladri per trent’anni” e augurandosi che la comunità avrebbe risposto alla riapertura “con il coraggio di non entrare in quella chiesa”.
La ripresa delle celebrazioni e la protesta di Potenza
Ad oltre 2 mesi dalla notizia della riapertura, le funzioni religiose all’interno della Santissima Trinità sono riprese ufficialmente il 2 novembre.
Ad assistere alla Santa Messa, celebrata dall’arcivescovo monsignor Salvatore Ligorio, appena una sessantina di persone.
Al di fuori della Chiesa nel frattempo, invece, impazzava la protesta organizzata dall’associazione Libera contro la decisione dell’Arcidiocesi.
A supportare la famiglia Claps nella sua lotta e chiedere rispetto verso la memoria di Elisa sono scese in strada oltre 500 persone.
Come da trent’anni a questa parte, in prima linea vi è Gildo Claps che sostiene “In più occasioni, soprattutto in queste ultime settimane ho cercato il dialogo, però evidentemente c’è una chiusura nella curia potentina e purtroppo continuano con l’atteggiamento arrogante e supponente. Abbiamo chiesto semplicemente che prendessero atto, prendessero coscienza, di tutto quello che è avvenuto e per una volta avessero coraggio di chiedere scusa, per una volta”.
“Il destino di questa chiesa lo deciderà la città, la cui gran parte sta rifiutando tutto questo” – conclude – “C’è una sorta di riflessione collettiva che sta arrivando in modo forte e straordinario alla mia famiglia”.
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