Quella sul premierato è una riforma aperta alle modifiche che mira ad aggregare un consenso più ampio di quello delle sole forze di governo. Un’impresa ben difficile, quella proposta dalla premier Giorgia Meloni, considerando la contrapposizione di tutti i partiti dell’opposizione – eccetto Renzi con Italia Viva – che fa leva su possibili emendamenti.
Premierato: le parole della Casellati
La ministra alle Riforme, Elisabetta Casellati afferma: “Un testo non può mai dirsi blindato, ma le modifiche devono essere coerenti e l’approccio delle opposizioni non pregiudiziale. Sarò certamente pronta a discutere, così come se ne potrà discutere in Parlamento che resta il luogo principe del dibattito politico c del confronto democratico“.
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E’ stato poi considerato – come riporta il Corriere della Sera – il confronto anche ad Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio che sembra essere deciso sul premierato: “Se ci sarà una condivisione ampia del testo ne saremo lieti. Ma non la perseguiamo a costo di fare venire meno punti qualificanti della riforma. L’obiettivo è il premierato: realizzare una piena coerenza tra l’espressione del voto, la composizione del Parlamento e l’assetto e gli orientamenti del governo. Se il referendum si perde, il governo non va a casa“.
La situazione nel centrodestra
Sul fronte della maggioranza, l’apertura a modifiche alla riforma è particolarmente ampia. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nell’intervista al Corriere afferma: «Lavorerò per un’approvazione con i due terzi del parlamento. Mi faccio garante della possibilità di modificare il testo“. Esistono comunque dei margini di trattativa riguardo il premierato, voluto da Fratelli d’Italia, con la norma antiribaltone che consente l’indicazione di un secondo premier in caso di dimissioni di quello eletto.
Il malcontento dell’opposizione
Calenda e Schlein non ci stanno. Il leader di Azione e la segretaria del Partito Democratico sono irremovibili riguardo la loro posizione sul premierato. “Meloni vuole una svolta autoritaria delegittimando il presidente della Repubblica. Lo difenderemo” dice Angelo Bonelli di Verdi e sinistra. Dario Parrini del Pd parla di “affermazioni preoccupanti da parte di La Russa” mentre il volto dem tuona: “La riforma è una schifezza. Giù le mani dal presidente della Repubblica che con la riforma diventa un arredo“.
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