Francia, Hidalgo: nel nostro Paese “non c’è posto per l’antisemitismo”

La comunità ebraica vive nel terrore perché la convivenza di ebrei e musulmani non è del tutto pacifica

Redazione
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In Francia convivono le più grandi comunità ebrea e musulmana d’Europa e dal 7 ottobre è stato registrato un numero di attacchi antisemiti superiore a quello dell’intero 2022. Qualche giorno fa, poi, l’amara scoperta: circa 60 stelle di David disegnate sugli edifici del tredicesimo, quattordicesimo e quindicesimo arrondissement di Parigi. Tutte uguali, dipinte con la vernice blu, sono apparse anche nei dipartimenti degli Hauts-de-Seine e della Seine-Saint-Denis, nelle città di Vanves, Fontanay-aux-Roses, Aubervilliers, Saint-Ouen e anche in Normandia. Non è ancora chiaro chi sia l’artefice di queste stelle ma è stata aperta un’inchiesta.

L’antisemitismo non ha posto nel nostro Paese”, immediato il commento di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, che però sembra aver dimenticato la lunga storia della persecuzione degli ebrei che ha avuto luogo proprio nel Paese.

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Anne Hidalgo, sindaca di Parigi

Francia, l’antisemitismo non è una novità

Il primo decreto che dichiarava l’emancipazione degli ebrei in Francia risale al 1791; infatti, la Dichiarazione di diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 non chiariva se ci fossero diritti che riguardavano nello specifico i cittadini ebrei. Dopo il decreto Napoleone I riconobbe la religione ebraica ma impose a chi la praticava delle misure perlopiù umilianti.

Circa un secolo dopo i pregiudizi e l’odio verso gli ebrei sembravano non essersi placati, neanche dopo che il ministro della Giustizia Adolphe Cremieux accordò la cittadinanza a circa trentacinquemila ebrei algerini. L’antisemitismo si fondava su una serie di elementi che secondo i francesi caratterizzavano il popolo ebreo, in particolare il loro cosmopolitismo e il fiuto per gli affari. Queste due caratteristiche, unite a quella più classica della razza diversa da quella francese, li rendeva un pericolo per la stabilità della Nazione. Infatti, nel 1886 divenne molto apprezzato lo slogan la Francia ai francesi.

Il periodo delle due guerre

A seguito del regime di Dreyfus, in cui l’antisemitismo raggiunse uno dei suoi picchi maggiori, non si può sorvolare il periodo tra le due guerre mondiali che sconvolsero l’Europa. Inutile rivangare le atrocità subite dagli ebrei, ma ciò che ci interessa è come il Paese accolse il cosiddetto antisemitismo biologico senza porsi alcuna domanda, traghettata verso l’odio dalla cooperazione di scrittori, artisti e poeti che abbracciarono la causa nazista.

Il regime di Vichy si macchiò di aver collaborato alla deportazione degli ebrei nei campi di sterminio e dopo le atroci scoperte a seguito della fine della Seconda Guerra Mondiale, sembrò che l’antigiudaismo si fosse placato almeno in Francia.

Marie Le Pen e le accuse di antisemitismo

Ma la tregua dura troppo poco e nel 1967 i partiti di sinistra francesi sposano la causa palestinese e vengono accusati per questo di antisemitismo. Negli anni ’80, poi, l’estrema destra di Jean Marie Le Pen inizia a tenere discorsi pubblici antisemiti, che andranno però incontro a ripercussioni penali. Anche sua figlia verrà accusata di credere negli stessi principi del padre, ma negherà sempre le accuse.

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Marine Le Pen

Oggi, però, la preoccupazione maggiore non deriva dagli strascichi di questi fatti storici, ma dall’insorgenza di un nuovo antisemitismo nato in Medio Oriente e legato alla diffusione in Francia dell’islamismo radicale.

L’antisemitismo oggi

La convivenza in Francia tra le comunità ebrea e musulmana non è sempre pacifica e spesso porta a scontri sempre più duri. Dallo scorso 7 ottobre, data dell’inizio del conflitto israelo-palestinese, la situazione è diventata sempre più calda.  Sono state riportate alle autorità più di 850 azioni antisemite in tutto il Paese e in tre settimane sono già giunte le prime condanne.

Gli ebrei francesi ogni giorno hanno sempre più paura e sono ricorsi a nuovi stratagemmi per evitare problemi: alcuni hanno tolto la Mezuzah dalla porta di casa, altri non indossano la kippah in pubblico. È diventato pericoloso anche ordinare cibo a domicilio, perché sono state numerose le segnalazioni di riders con atteggiamenti antisemiti.

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Mezuzah

La paura è tanta e spesso porta anche a situazioni tragiche, come la sparatoria nella metro Biblioteque Francois Mitterand contro una donna islamica che ripeteva la frase Allahu Akbar. Questa volta ad essere colpita è una donna islamica, ma il clima di terrore in Francia rimane lo stesso. I numerosi allarmi bomba e le continue segnalazioni di atteggiamenti sospetti rendono la popolazione sempre più paranoica, ma per ora a pagare le conseguenze maggiori è la comunità ebraica del Paese.

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